Home Enterprise Protagonisti Dimension Data: la digital transformation ha convinto le imprese italiane

Dimension Data: la digital transformation ha convinto le imprese italiane

Sviluppare un vantaggio competitivo e migliorare i processi di business sono i due obiettivi tradizionali delle iniziative di digital transformation, per parecchio tempo però è parso che le aziende italiane, mediamente, non avessero fatto propria la capacità “propulsiva” delle nuove tecnologie. Ora le cose stanno cambiando, secondo Dimension Data, e lo dimostra una ricerca che è stata condotta globalmente e ha visto coinvolte anche le imprese italiane.

Forse più dei numeri della ricerca – che tra l’altro indica come il 30 percento delle aziende affermi di stare già ricavando risultati dalla digital transformation – è l’approccio delle aziende alla digital transformation a indicare che le cose sono cambiate anche da noi. “La dicotomia tra vecchio e nuovo – spiega Paolo Panzanini, Country Manager per l’Italia di Dimension Data – si sta superando anche in Italia, i clienti si stanno muovendo velocemente e cominciamOKo a vedere budget spesi in base alle priorità di business, non più solo puntando su quello che costa di meno”.

Il punto di svolta sta anche in una diversa comprensione del ruolo della tecnologia, dopo le “scottature” di anni in cui le promesse di alcune tecnologie innovative non sono state davvero mantenute, pur a fronte di investimenti. Il valore trasformativo delle tecnologie ora è evidente anche grazie alla maturazione di alcune di esse, che convergono. Industry 4.0 è un buon esempio: non è una rivoluzione nata dal nulla ma dalla combinazione dell’evoluzione della parte produttiva e di quella IT, ora capaci di unirsi.

Paolo Panzanini, Country Manager per l’Italia di Dimension Data

Le aziende stanno cercando un vantaggio competitivo – spiega Panzanini – e le tecnologie lo permettono. Inizialmente le imprese avevano la percezione di dover fare troppi cambiamenti e che per questo l’evoluzione tecnologica fosse impossibile da recepire, ora vedono un vantaggio raggiungibile. Chi rifiuta l’innovazione oggi è perché ritiene di non averne bisogno”. Il tutto anche sulla spinta di un altro fenomeno che le aziende hanno recepito subito: la globalizzazione, che ha portato a cambiare il modo di pensare e anche di concepire l’IT.

Certo gli stimoli a innovare ci vogliono sempre e anche in questa fase non sono mancati. Da un lato gli interventi governativi hanno avuto il loro peso con il Piano Calenda, anche se Panzanini ricorda che “Il vantaggio non sta nell’iperammortamento in sé ma in quello che si può realizzare con esso. Poi anche i fornitori devono mettere le aziende in grado di sfruttare questa opportunità. Non basta presentare singoli prodotti, vanno costruiti pool di vendor per creare soluzioni davvero in stile Industry 4.0”.

L’altro grande fattore di spinta è che la richiesta di innovazione viene dai clienti finali, dai consumatori. E non è una richiesta che si possa ignorare. “Le aziende – spiega Panzanini – hanno cominciato a ragionare partendo dal consumatore e non da come sono fatte e come hanno sempre lavorato. Questo accade indipendentemente dal settore e dal prodotto o servizio che propongono, sulla spinta dei consumatori hanno capito che servono modelli diversi di business, che applicare nuove soluzioni a modelli vecchi non funziona”.

Torna il ruolo dell’IT

Questa spinta alla digital transformation porta un nuovo ruolo per l’IT aziendale, anche se per molti versi è un cerchio che si chiude più che una direzione totalmente diversa. La discontinuità attuale sta nel fatto che è il business a esprimere una necessità e da questa se ne deriva la tecnologia da usare, non viceversa come è stato per molto tempo, in cui la spinta della tecnologia andava verso un utilizzo non sempre motivato da bisogni reali. In questo scenario il CIO, nella visione di Dimension Data, si sta riappropriando del suo ruolo di guida della tecnologia, ora però in una posizione molto più vicina di prima alla direzione generale.

Gli impatti positivi dell’evoluzione degli stili di lavoro grazie alle nuove tecnologie digitali (fonte: Dimension Data)

D’altronde i temi chiave per molte imprese (mobiity, Industry 4.0, analytics, Big Data…) nascono anche nel business ma velocemente sottendono questioni da affrontare (migrazione al cloud, sicurezza, nuove architetture applicative…) che coinvolgono in primis l’IT. E che ormai è impossibile affrontare, secondo Dimension Data, senza il multisourcing e quindi l’hybrid IT.

Cambia così anche il ruolo dei partner tecnologici, che si fa più consulenziale: “Alle aziende serve qualcuno che in base alle sue esperienze indichi la strada da seguire per fare prima… Capire il business del cliente e aiutarlo a migliorare è diventato il valore aggiunto che dobbiamo portare”.

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