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Digitalizzazione, per Diego Piacentini siamo al day one

Mettetevi le cinture di sicurezza perché vi riporto a terra”: così Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale esordisce alla presentazione della Milano Digital week dopo la presentazione dell’esperienza dell’Estonia. Perché a lui invece tocca raccontare di un Paese che è al “day one”.

Piacentini: no a regole tecniche nelle leggi

Diego Piacentini, commissario straordinario per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione

Siamo infatti ancora al primo giorno della digitalizzazione della Pubblica amministrazione “che deve assolutamente deve passare dalla semplificazione di procedure e norme”.

Piacentini non lo dice chiaramente, ma per lavorare bene bisogna essere in due.

E se a lui tocca occuparsi della tecnologia ci sarebbe bisogno anche della politica che deve fare scelte che favoriscano e non ostacolino la tecnologia.

Perché il rischio è di “digitalizzare l’analogico così si pensa che il digitale sia un pdf che deve essere poi stampato”. E anche l’inefficienza diventa digitale.

Un esempio? In Italia la Pubblica amministrazione dovrà passare da un database unico e non distribuito come in Estonia. Una scelta tecnologica stabilita però da una legge del 2012.

Ma non si possono stabilire regole tecniche per legge. Questo è un cambiamento culturale necessario. Le leggi devono parlare di obiettivi finali e demandare a linee guida che cambiano. Per cui ci troviamo all’interno di una decisione presa anni fa con un’altra tecnologia”.

Piacentini tesse l’elogio di Milano “che fa cose, non è solo marketing e sono competenti”. Perché la competenza è importante.

Lui lavora a Palazzo Chigi con un team di venti persone ma “ci dovrebbero essere enne gruppi come il nostro in ogni amministrazione e comune per guidare la digitalizzazione. È importante la presa di coscienza riguardo al digitale che non può essere considerato una cosa a sé stante. Non c’è trasformazione digitale se non si inizia dall’alto e si considera il tutto parte di un processo completo e attivo”.

Dall’Anagrafe nazionale unica al once only

Nel maggio 2017 Piacentini ha pubblicato il piano trienale per la digitalizzazioneche sarà aggiornato ogni anno perché un piano triennale non è statico. Fra tre anni sono certo sarà sbagliato”. È stato firmato da Palazzo Chigi e questo rappresenta una presa di coscienza importante. Il problema è poi come comunicarlo. Prima di tutto è stata cambiata la metodologia di lavoro e il Team di Trasformazione Digitale ha assunto ufficialmente il ruolo di Program Office.

Poi è ripartita l’Anagrafe nazionale unica, Anpr. La migrazione dei dati da tutti i Comuni al nuovo database unico avrebbe dovuto completarsi, secondo la Legge, entro il 31 dicembre 2014 ma, per quella data, solo l’eroico comune di Bagnacavallo era entrato nell’Anpr. Oggi del sistema fa parte il 10% popolazione italiana con 855 comuni (18 già entrati e 847 in presubentro su un totale di ottomila).

Abbiamo compiuto molti sforzi dal punto di vista tencologico perché per unire l’Anpr ai comuni bisogna che i quaranta e più servizi comunali ricevano le informazioni dall’anagrafica. Questo – prosegue Piacentini – è una delle condizioni per affermare il concetto di once only. L’amministrazione deve sapere su di me tutto cio che ha in database e smetterla di chiedere i miei dati. Questo è un cambiamento tecnologico, l’amministrazione però deve attivare i processi”.

PagoPa è passato dalle 93mila transazioni di due anni fa a quattro milioni. “Numeri che non sono nulla” ammette Piacentini. Però è stato realizzato un Sdk, integrato PayPal e a breve Satispay. “Amplieremo le possibilità di pagamento e realizzeremo l’interfaccia utente per mobile”. I regolamenti tecnici varati dal team sono accompagnati da abbondanti note esplicative ed è stato aperto un forum per parlare con amministrazioni e software house.

È nata Developers Italia, la comunità di sviluppatori dei servizi digitali pubblici italiani dove sono disponibili codici sorgente, aree di discussione e un nuovo sistema di gestione della documentazione e altra documentazione che si trova su GitHub, una piattaforma tecnologica utilizzata per condividere file di testo e codice sorgente. Poche amministrazioni vi fanno ricorso.

Però Piacentini è fiducioso. “Nel giro di tre anni tutti i Comuni offriranno la carta d’identità elettronica”. Oggi sono seicento. Un passaggio importante perché anche in Italia la Cie sarà fondamentale non tanto per l’identificazione ma per i servizi. “Lavoriamo con amministrazioni e comuni che vogliono lavorare con noi. Tempo da perdere con altri non ne abbiamo. Siamo dell’opinione che si crei un club dei virtuosi. Milano, Bologna, Torino, Bari, per fare qualche esempio, ci vengono dietro e a volte sono più avanti. Credo molto nell’amministrazione locale come volano della digitalizzazione. Più facile farlo qui che aspettare qualcuno lo faccia centralmente”.

 

 

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