Digitali per crescere con cloud e mobile

Microsoft lancia un completo ecosistema con le risorse necessarie per far fare il salto di qualità alle Pmi disinformatizzate. Primi obiettivi: 300 mila check-up aziendali e 5 mila nuovi progetti cloud/mobile in 12 mesi.

Le aziende digitalizzate crescono ed esportano il doppio di quelle non aggiornate, eppure in Italia c’è ancora poca informazione sulle tecnologie in generale e di rete in particolare. Su questa base Microsoft sta nutrendo un ecosistema integrato che avvicini le Pmi al cloud e al mobile, alzando il livello di competitività globale del sistema-Paese.

Il progetto si chiama Digitali per crescere e viene sviluppato insieme a Unioncamere, Gruppo Poste italiane, Intel, numerosi altri partner tecnologici e parecchi atenei.
L’azione si articola su quattro fasi: conoscere attraverso il portale, sperimentare attraverso i centri Led, agire realizzando progetti e comunicare con eventi e sul gruppo Linkedin.
I Laboratori di esperienza digitale, in breve Led, permetteranno l’incontro degli imprenditori con Microsoft, i suoi partner sul territorio e le università, con l’obiettivo di diffondere correttamente il paradigma del cloud.
Iniziativa all’interno dell’iniziativa, particolarmente interessante sembra il check-up delle competenze informatiche delle piccole e medie aziende italiane, che permetterà di avere una fotografia aggiornata e sincera della situazione nazionale.
“Le aziende italiane registrate in Camera di Commercio sono 6 milioni 78 mila e ne mettiamo a disposizione l’elenco”, ha dichiarato Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere.


Un anno sul territorio

Il progetto Digitali per crescere, nella sua prima edizione, durerà un anno. “Vogliamo informare un milione di aziende, fare il check-up a 300 mila, portarne 10 mila a formarsi gratuitamente ai centri Led, sviluppare con loro 5 mila progetti dei quali 100 saranno case study”, ha sostenuto Carlo Purassanta, AD di Microsoft.
Il radicamento sul territorio prevede lo sviluppo di collaborazioni ed eventi presso molte università italiane. “Anziché fare due grandi convegni a Milano e Roma e far muovere le persone abbiamo preferito andare in un numero più elevato di città”, ha spiegato Purassanta. La prima serie di atenei comprende La Sapienza di Roma, Milano, Torino, Padova, Pisa, Napoli e Bari, ma sono già pronte altre adesioni (Trento, Venezia, Bologna, Genova, l’Aquila, Cagliari e Catania).


Mezzo milione di posti di lavoro?

Il cloud è l’elemento decisivo del percorso proposto. L’espressione “made in Italy” è sempre ai primissimi posti nelle ricerche di Google, ma da lustri non si traforma in vendire in quanto siamo assenti on-line. “Si ritiene che il cloud porterà 80 mila nuovi posti di lavoro in Italia entro il 2015”, ha proseguito Purassanta, “ma io ritengo questa cifra largamente sottostimata” per una visione troppo prudente dei dati di partenza. Il valore corretto è più alto e “potrebbe anche sfiorare i 500 mila nuovi occupati”, ha ipotizzato l’AD.
La speranza di Microsoft è ovviamente la nostra. Va notato che Microsoft non è l’unica a spingere in questa direzione e che anche in questo settore la guerra delle cifre è iniziata.

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