Dibattito aperto sulle professioni

Un contributo del presidente di Più (Professioni Intellettuali Unite) sulla liberalizzazione delle professioni

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo disegno di legge per la riforma della professioni. La nostra valutazione, a oggi, è un misto di soddisfazione, pacato ottimismo e consapevole prudenza.
Esprimiamo compiacimento per l’avvio formale dell’iter parlamentare che ci può portare, finalmente, a una riforma della regolazione del mondo professionale. Questo è un buon avvio, con la speranza che sappia mantenere l’impianto orientato alla liberalizzazione, senza cedere alle pressioni dei fautori del mercato monopolistico.
L’ottimismo deriva dalla convinzione che la questione posta sul tavolo faccia crescere l’attenzione e il dibattito.

Il dialogo tra le parti, quando schietto e anche aspro, non velato da eccessiva diplomazia e ambiguità, è comunque un fattore d’aumento di sensibilità e di consapevolezza dell’importanza delle professioni. Dal confronto può emergere una sintesi praticabile e globalmente conveniente, fuori dall’ingenua illusione del consenso totale tra le posizioni, che sono parzialmente in conflitto di interessi e di aspettative.
La prudenza nel giudizio sul nuovo disegno di legge, a oggi, è d’obbligo. Siamo solo all’avvio di un processo. Il giudizio finale dipenderà dall’esito. Ci sono ancora molti aspetti che risultano indeterminati, dove possono trovare spazio le azioni di resistenza e di ostruzionismo attraverso la diatriba infinita.
In questa cornice, va considerata adeguatamente la variabile “tempo”, trovando equilibrio tra la dinamica di mercato e la tempistica istituzionale. Infatti, l’economia della conoscenza viaggia veloce in Italia e nel mondo indipendentemente dai tempi delle nostre normative nazionali. Sta a noi, sia professionisti, sia politici, tenere agganciata l’Italia al treno dell’economia globale.

Claudio Antonelli, presidente di Più – Professioni Intellettuali Unite – info@professionipiù.it

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