Dell, per l’It consumerization serve un piano strategico

Orizzonte di lungo periodo e cinque best practice da seguire.

La fotografia che l’ad di Dell Filippo Ligresti scatta alla sua società raffigura una crescita organica compiuta in tre anni per riuscire a diventare fornitore di servizi e soluzioni avvalendosi del fondamentale apporto del canale, «necessario per avere una forza in grado di aiutare a essere sul campo con progetti». E poi il personale: «chi vuole fare soluzioni ha bisogno di persone capaci». Sul mercato italiano lavorano 320 persone, 200 qui e 120 a Montpellier. E 100 sono state prese negli ultimi due anni.

Nel complesso Dell ha aggiunto nuove capacità sia mettendo a valore la ricerca e sviluppo sia acquisendole sul mercato. «A livello corporate bbiamo preso da Ibm il responsabile di merger e aquisition, per dare serialità alle operazioni di acquisizione».

Scorrendo a ritroso la lista delle acquisizioni fatte negli ultimi tre anni troviamo Exanet, Kace, Scalent, Ocarina, Boomi, Compellent, Insite one, Secureworks, Force, Rna networks, tutte portatrici di soluzioni di infrastruttura.
E poi è arrivato John Swainson (ex-Ca) per il software, a occuparsi di integrare AppAssure, Sonicwall, Wyse, Celerity solutions, Make technologies.

Risultato: «fatturato cresciuto in due anni del 25%, Mol aumentato di 800 punti base.
Siamo il secondo player del mercato nei server, notebook e pc, mentre due anni fa eravamo terzi
».

Ne consegue che ora Dell si è messa al cospetto di un mercato che richiede un approccio consulenziale, quasi dirigista, per ottimizzare le infrastrutture It, attualmente alle prese con quell’ibrido formato dalla confluenza della consumerization e dei big data.

Le cinque best practice per il Byod
A tal propostio Vincenzo Esposito, Director Emea End user solutions, sottolinea come la forza di Dell sia sempre stata la standardizzazione. Ma nell’It consumerization, lo dicono i fatti, non esiste una risposta univoca da fornire. Dell, allora, consiglia di approcciare il problema in modo strategico, con un piano a tre-cinque anni.

Per Dell ci sono cinque best practice da seguire.

Primo: profilare il device per il corretto utente finale.

Secondo, e più importante, portare il dato dal device al datacenter.

Terzo, gestire i device con strumenti di ottimizzazione: le policy aziendali oggi sono antiquate, servono tool e tecnologie apposite. Servono software di business management.

Quarto: la desktop virtualizatiom deve essere parte delle end user computing strategy. Per esempio, l’offerta di desktop as a service di Dell è sia on-premise, sia su cloud.

Quinto: serve un mobility strategy, e quindi fare progetti pilota per la gestione ottimale del byod.

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