De flexibilitate

Il numero selezionato è inesistente

23 ottobre 2003 Da più parti si sente l’eco della parola flessibilità. Tutti la pronunciano, tutti la declinano, attorno a qualsiasi argomento, fosse anche una partita di calcio. Si pensa, anche, che sia attributo principe per valutare le grazie femminili.
A tutti è richiesta, specie se si entra nel campo delle faccende economiche e lavorative, specie se i soggetti che la devono mettere in pratica sono quelli che una teoria nata nell’ottocento sotto gli archi di Brandeburgo: le masse.
C’è che queste, con i loro componenti, sarebbero, oltre che i facitori della flessibilità, anche le deputate a far circolare una moneta che, per più versi è la croce di tutto il sistema economico attuale.
Doveva essere la delizia, nelle intenzioni dei suoi creatori. Per ora ha prodotto solo brividi di compiacimento in chi varcando le vecchie frontiere abbattute da Schengen, non ha dovuto cambiar moneta.
Punto.
Per il resto è tutto un canto depresso, che parte dai telegiornali per finire ai mercati rionali: non ci si sta dentro.
Inflazione raddoppiata, altro che storie. E così non si va avanti.
Chi, nei propri geni, ha le tracce del rivoluzionario, cioè di chi cambia quando le cose non girano, ha già fatto i suoi passi.
La Francia, sicuramente dopo aver attentamente compulsato, ha trovato il freno, la rigidità: il rapporto debito-Pil a 3%.
Quello che i padri della moneta unica avevano artificiosamente stimato necessario per costruire l’area euro.
I fatti, dice la Francia, hanno dimostrato che la cifra non è giusta. Non permette agli stati di fare il loro mestiere.
Ergo, l’ha superata.
Lamentele da Bruxelles, richiami, sanzioni minacciate. Chissenefrega dicono da Parigi: val bene l’Europa, ma senza la Francia, la prima non sarebbe nemmeno più tale.
La Germania è sulla stessa riga: presto, prestissimo, supererà la soglia del 3%.
Italia e Portogallo sono vicine a farlo: non è quest’anno, ma sarà il prossimo.
E allora, tutta quella flessibilità agognata, sbandierata dall’alto da economisti e politici, possibile che la debba mettere in pratica sempre Peppino il meccanico, rivedendo i suoi prezzi, riducendo l’officina, chiedendo prestiti e complicandosi la vita?
Non potrebbe essere flessibile anche chi ha dimostrato di non aver azzeccato il numero?
Che non è 3: è 5.

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