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Dati destrutturati: la sfida del controllo

Il regolamento Generale Europeo sulla Protezione dei Dati (GDPR), che entra in vigore nel maggio 2018, prevede un controllo più rigoroso su dati con l’obiettivo di mantenerne la privacy in tutto il mondo. Le sanzioni per le violazioni più eclatanti possono arrivare a 20 milioni di euro, o al 4% del fatturato annuale dell’azienda.

Ce lo ricorda Vincenzo Costantino, Technical Director Southern Europe di Commvault, per dire che la complessità legata alla conformità a questa normativa fa sì che le imprese debbano occuparsi immediatamente di comprendere i requisiti e valutare gli interventi da mettere in atto.

Vincenzo Costantino, Technical services manager di CommVault
Vincenzo Costantino, Technical services manager di CommVault

Il nuovo regolamento richiede infatti che si guardi con un’altra prospettiva il modo in cui le aziende gestiscono i propri dati e il livello di conoscenza e controllo che hanno su di essi.

Per questo motivo, ci troviamo in una situazione in cui il CIO deve prendere decisioni intelligenti e informate sugli investimenti, sia per il presente che per il futuro.

È il momento in cui il CIO deve allineare il suo desiderio di consolidamento e centralizzazione della gestione delle informazioni con l’esigenza di aderire alla normativa GDPR e di soddisfare tutte le sfide che questa comporta.

Da questo punto di vista alcuni prodotti specifici potrebbero rappresentare una tentazione, ma sicuramente non costituiscono l’opzione migliore.

La principale sfida che il CIO deve affrontare è quella di controllare tutti i dati destrutturati. Quelle per i dati strutturati già integrano le funzionalità necessarie per gestirli nel rispetto del GDPR, ma come assicurarci la conformità alla normativa per tutte le tipologie di dati?

E non stiamo parlando di volumi contenuti, ricorda Costantino: IDC prevede che entro il 2017 i dati destrutturati rappresentino il 79% del totale in azienda. Workstation, email, server con centinaia di migliaia di utenti autorizzati

Approccio esteso, set unico

E poi: come farlo in modo olistico, senza inserire molteplici prodotti puntuali che non fanno altro che complicare la gestione?

Si tratta di una delle sfide principali che le organizzazioni si trovano ad affrontare. E che possono affrontare e vincere con un approccio realmente esteso, che integri le attività di backup, recovery e archiviazione in modo da creare un set unico di informazioni – strutturate e non strutturate – che sia ricercabile e rappresenti di conseguenza una prima base per una information governance efficace.

Visibilità e controllo sono elementi fondamentali, non solo per il business di per sé, ma anche per rispettare una gran parte dei requisiti imposti dal GDPR.

Nessuna organizzazione può dirsi realmente conforme finché non sa quali dati possiede, come e dove li utilizza e con chi li condivide.

In questo senso, una soluzione in grado di considerare i dati nel loro complesso, con l’utilizzo di pattern dedicati e soprattutto con una dashboard centralizzata e funzioni di reportistica avanzata, diventa un asset fondamentale per rispondere con successo alla sfida del GDPR.

 

 

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