Datamatic controcorrente cresce del 25 per cento

Il distributore supera il momento non proprio positivo del mercato Ict anche grazie all’andamento favorevole della catena Wellcome. E la Borsa può attendere

Rispetto a un mercato consumer un po’ traballante, Datamatic mette a segno una crescita del 23-25% rispetto allo scorso anno e chiude il 2001 con circa 380 miliardi di lire di fatturato anche grazie alla catena Wellcome, che a oggi conta 130/135 negozi in tutta Italia. Il segreto di questo favorevole andamento lo abbiamo chiesto all’amministratore delegato di Datamatic, Enrico Martini.



Può identificare un elemento determinante che ha consentito di raggiungere risultati positivi anche in un momento difficile come questo?
Certamente la nostra catena di negozi in franchising, a differenza delle altre, non ha come unico target di riferimento il mercato consumer, ma si indirizza anche alle Pmi, il che ci consente maggiore sicurezza nel momento in cui il consumer non tira come ci si aspetterebbe. In ogni caso, nel mese di ottobre di quest’anno abbiamo venduto più del 2000 e, inoltre, cresciamo di 4/5 punti vendita ogni mese”.



Si tratta di nuove aperture?
Sono negozi indipendenti, già avviati, che non ce la fanno da soli e per questo decidono di aderire alla nostra proposta.



Che tipo di contratto offrite?
Agli affiliati chiediamo una fee d’ingresso una tantum di 25 milioni di lire e il 2,5% di royalty sul fatturato. Si tratta di un contratto estimatorio, con la merce in conto vendita a cui è garantita la price protection da parte del vendor”.



Sul totale del vostro fatturato quanto deriva dall’attività distributiva e quanto dalla catena?
Un terzo del nostro business deriva da Wellcome che cresce in fatturato anno su anno del 55%. Gli altri due terzi sono legati alla distribuzione”.



Come è cambiato il vostro rapporto con i vendor nel corso degli ultimi tempi?
A differenza dei puri box mover, il vendor vede in noi un partner di contatto con l’utenza finale alla quale il vendor propone offerte, promozioni ecc. Proprio grazie a Wellcome possiamo avere un rapporto più creativo con i vendor che attraverso di noi fanno operazioni di lancio di nuovi prodotti e attività di marketing varie.



E per quanto riguarda l’e-commerce?
Non riteniamo che il commercio elettronico verso gli utenti finali funzioni solo in caso di prodotti difficili da trovare sul mercato, altrimenti non vediamo reali vantaggi. Da quanto mi risulta, spesso non si tratta nemmeno di una vendita realmente on line poiché sia il pagamento sia il ritiro avvengono presso negozi”.



E con i rivenditori?
Il discorso in questo caso è molto diverso, anche se molti dei nostri clienti preferiscono trattare ancora telefonicamente, e noi non glielo impediamo di certo. Il 15/18% dei dealer che trattano con noi fanno ordini on line, ma non è una cosa che spingiamo particolarmente”.



Una domanda d’obbligo. La Borsa può attendere?
Certamente non è un momento propizio, ma ci organizziamo per essere pronti a un’eventuale quotazione quando sarà il momento”.

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