Datacore: quando la virtualizzazione si sposta allo storage

Solo così, secondo la società, si possono realizzare i complessi progetti di virtualizzazione di decine di server e di migliaia di desktop che oggi stentano a realizzarsi in pieno.

Portare le funzionalità di gestione dello storage e le prestazioni di classe enterprise anche negli ambienti aziendali di medie e piccole dimensioni. E’ questo l’obiettivo che storicamente si è posta DataCore Software e che ha confermato anche con il rilascio della nuova release di SANsymphony-V, dove l’ultima lettera, manco a dirlo, sta naturalmente per virtualizzazione.

“Solo con la reale virtualizzazione dello storage si possono realizzare i complessi progetti di virtualizzazione di decine di server e di migliaia di desktop che oggi stentano a realizzarsi in pieno”, afferma George Teixeria, presidente e Ceo di DataCore Software che sostiene come tutte le ricerche effettuate nel corso del 2010 dichiarano che in realtà solo il 20% dei progetti di virtualizzazione riesce a essere completato in pieno, così come solo il 20% dei server operativi a livello mondiale è stato finora virtualizzato.

Il vantaggio di realizzare la virtualizzazione dello storage unicamente grazie a una soluzione software ha molteplici aspetti, sostiene Marco Frigerio Regional Manager per l’Italia di DataCore: “Prima di tutto assicuriamo una totale indipendenza da qualsiasi architettura hardware di tutti i vendor del settore, inoltre possiamo implementare il riuso di sistemi a disco già operativi presso i data center dei clienti, facendo lavorare insieme, per esempio nell’implementazione della replicazione sincronizzata, sistemi a dischi di diversi vendor anche con performance diverse”.
SANsymphony-V, inoltre è utilizzabile con tutti i sistemi operativi più diffusi, tranne quelli dei mainframe e degli AS/400 di IBM, e i principali hypervisor.
“Nelle nostre architetture i nodi sono sempre attivi così che uno possa subito sostituire l’altro in modo immediato in caso di caduta, mentre i server identificano l’ambiente di storage come un unico disco virtuale”, racconta Teixeria.

Come detto l’obiettivo di DataCore è quello di rendere accessibile anche alle piccole e medie imprese le stesse funzionalità sofisticate di fascia alta che assicurano prestazioni di gestione molto elevate. Di conseguenze le caratteristiche operative di SANsymphony-V parlano di: thin provisioning, protezione continua dei dati, bilanciamento del carico di lavoro, caching ad alta velocità e mirroring sincronizzato, per citare solo le principali.
Su tutte spicca l’assenza della deduplicazione spiegata con un semplice motivo di costi: “La deduplicazione dei dati è nella maggior parte delle volte una soluzione che certo porta a dei benefici in termini di spazio occupato, ma a costi del tutto ingiustificati – spiega Texeira – un nostro cliente per esempio ha investito oltre 150.000 dollari per implementare con efficacia questa funzionalità e ha ridotto la sua capacità di storage da 8 a 2 TB, il risultato è più che ottimo, peccato che il costo dei 6 TB mancanti è di qualche migliaio di dollari… e allora dove è il vantaggio della deduplicazione”?

In un periodo come l’attuale, secondo DataCore le aziende si mantengono concentrate nella ricerca di soluzioni che incidano pesantemente sui costi di gestione delle infrastrutture It e quindi anche le scelte sulle tecnologie da mettere in esercizio devono rispondere a queste strategie. Ecco perchè la disponibilità di funzionalità tipicamente integrate solo in costosi sistemi high end oggi viene molto apprezzata dai clienti DataCore anche italiani: “L’80% delle nostre installazioni è inferiore ai 4 TB, ma questo non significa che dal punto di vista delle prestazioni molti di questi progetti non possano considerarsi comunque di prim’ordine”, afferma Frigerio.

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