Datacenter green fra mito e realtà

Lorenzo Lumassi di Emc ci spiega come si crea un datacenter che fa della sostenibilità strumento e fine.

Uno degli asset imprescindibili per una politica aziendale realmente rispettosa dell’ambiente è il green datacenter.
Ma come lo si crea?
«Costruire un data center che sia sostenibile ecologicamente ed efficiente, richiede un utilizzo più efficace delle risorse It, sia di quelle nuove che di quella già esistenti, ottimizzando e riducendo le necessità energetiche, legate all’alimentazione e/o al raffreddamento delle macchine – spiega Lorenzo Lumassi, Director of Global Services di Emc -. Richiede anche un’ottimizzazione del parco server, con progetti di virtualizzazione che permettano di ridurne l’estensione e l’impatto fisico, passando a server di nuova generazione che consentano di ridurre consumi, ma anche costi e carichi di lavoro legati alla gestione, alla manutenzione e al supporto, al tempo stesso massimizzando la produttività del personal dedicato»

Per Lumassi sono numerosi i fattori da considerare per realizzare un data center realmente efficiente ed ecocompatibile.

L’evoluzione continua della tecnologia ha reso oggi possibile concentrare molte componenti elettroniche in dimensioni particolarmente contenute. Questa porta a maggiori necessità di dissipazione di calore e di raffreddamento dei sistemi.

Di conseguenza, è necessario porre particolare attenzione all’organizzazione fisica di un data center, in particolare alla densità fisica dei server e dei rack che lo popolano.
Una densità troppo elevata può portare a un’eccessiva produzione di calore, con conseguente incremento delle necessità di raffreddamento e dei costi relativi.
Per Lumassi bastano pochi accorgimenti da parte delle aziende per mitigare questa problematica: creare corridoi più caldi e corridoi più freddi nel data center, ad esempio, oppure mantenere distinte e apparecchiature a più alta densità.
Questo previene la creazione di punti di calore eccessivo, ed aiuta a mantenere costante la temperature nell’intero data center. Il data center può così essere raffreddato con uno sforzo relativamente minore, anche dal punto di vista economico.

Quando si prende in esame la creazione di un data center “green” , poi, è consigliabile partire con un’analisi di tutti gli asset It presenti nel data center e dei relativi correnti requisiti di alimentazione.
Per una maggiore accuratezza dell’analisi, sostiene Lumassi, è consigliabile dividere il data center in più sezioni logiche, ed analizzare I requisiti energetico di ogni specifica sezione: una divisione possibile è quella che tiene conto delle diverse business unit aziendali.
Così facendo, si può arrivare a stabilire con discreta precisione le necessità energetiche di ogni business unit.
Allo stesso modo, si può andare a verificare il consumo delle singole tipologie di asset: server, dispositivi di rete e sistemi storage. Obiettivo finale di questa analisi è la scoperta di eventuali inefficienze nelle policy attuali di alimentazione e/o di raffreddamento.

Fondamentale per la riuscita di questo assessment è la disponibilità di strumenti adeguati, in grado di fornire il giusto livello di dettaglio e precisione.
Tool pensati per seguire le specifiche fornite dai vendor raramente saranno in grado di dare un quadro completo del consumo totale di un rack di server, che dipende fortemente dal numero di server impilati.
I requisiti effettivi di dissipazione di calore e di raffreddamento saranno con ogni probabilità diversi da quelli forniti dai modelli teorici.

È anche importante tenere conto, pur con il dovuto grado di approssimazione, della necessità di alimentazione e raffreddamento a breve termine. Importante è essere in grado di anticipare necessità impreviste, per evitare di trovarsi a corto di energia in un momento critico.
Strumenti di assessment in grado di generare analisi di tendenza possono essere utili per panificare correttamente le necessità energetiche e di raffreddamento, attuali e future.

La virtualizzazione, poi, è senz’altro la specifica tecnologia che ha il maggiore impatto sulla realizzazione di un data center efficiente ed eco-compatibile. Risponde in maniera puntuale alla più classica delle inefficienze: bassi tassi di utilizzo delle apparecchiature e presenza di asset che consumano molta energia e producono calore.

Secondo Lumassi la virtualizzazione permette di consolidare l’infrastruttura, consente un provisioning flessibile delle risorse, e rende possibili tassi di utilizzo delle risorse decisamente superiori rispetto al passato.
Questo permette all’It di raggiungere gli obiettivi di business utilizzando meno risorse, risultato ottimale sia per iol business che per l’ambiente. La capacità di fare di più con meno risorse porta a un minor consumo di energia, e quindi a costi operativi più ridotti.
Minori consumi significano anche una minor dissipazione di calore, che a sua volta porta un impatto positivo sulle reti e sugli impianti energetici, con il risultato complessivo di una riduzione nell’emissione di Co2 e di un impatto positivo sull’intero sistema ecologico del pianeta.

In sintesi, per Lumassi le aziende devono adottare un approccio olistico alle loro attività di data center. Devono considerare non solo le apparecchiature in sé, ma anche le persone, i processi e le infrastrutture, in modo da poter creare data center efficienti ed ecocompatibili, nella sostanza “green”.
Per fare questo serve un team dotato di capacità progettuali, di conoscenze tecniche ma anche di buona comprensione dei processi di business.
Definire, creare ed implementare i processi operativi è un aspetto fondamentale per ottenere l’efficienza del proprio data center. Obiettivo che può essere raggiunto solo se se ne considerano tutti i suoi diversi aspetti: il suo spazio fisico, l’infrastruttura di supporto, che comprende anche i suoi requisiti di alimentazione e raffreddamento, e l’intera infrastruttura It, che comprende applicazioni, server, apparecchiature di rete e sistemi storage.

Con l’elettricità ormai diventata la seconda voce di spesa per importanza nel data center, ed il rischio concreto di trovarsi di fronte ad improvvise mancanze di disponibilità energetica, le aziende devono guardare alle loro infrastrutture di alimentazione e raffreddamento ed ai loro consumi energetici con sempre maggiore attenzione.
Con processi formali di assessment, devono cercare di capire lo stato attuale dei loro data center, a livello di progettazione di organizzazione fisica, di consumi energetici delle varie apparecchiature e di utilizzo effettivo dei sistemi, allo scopo di trovare possibili aree di miglioramento e ottimizzazione.
La virtualizzazione può portare un contributo fondamentale all’ottimizzazione dell’uso dei sistemi It ed alla riduzione dei consumi energetici complessivi di un data center. Rappresenta la base per realizzare una vera efficienza operativa in grado di coprire tutti gli aspetti funzionali dell’It, a cominciare dalla mobilità dei dati, passando per backup e ripristino, business continuità, disaster recovery, fino alla gestione complessiva.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome