Data availability: la strategia va ponderata

Veeam_Mazzotta_GianlucaNiente è mai del tutto garantito. Anche le più grandi aziende con la migliore organizzazione possono essere occasionalmente colte in fallo.
Recentemente, un datacenter di Google in Belgio ha subito un blackout, dopo essere stato colpito da una serie di fulmini in rapida successione.
Anche se non tutte le aziende operano sulla stessa scala e con il raggio d’azione di un datacenter di Google, secondo Gianluca Mazzotta, Emea Presales Manager, Veeam Software, questo incidente ha molto da insegnare.

In generale, considerato il valore delle informazioni che conservano, i datacenter seguono protocolli di protezione contro le intemperie molto più rigidi rispetto ad altre strutture. Tuttavia, nemmeno i giganti dell’It possono controllare appieno la furia degli elementi.
Grazie a complesse misure di sicurezza, il danno è stato limitato e il 99,999999% dei dati è stato ripristinato in poche ore. Una manciata di utenti ha, tuttavia, dovuto fare i conti con il problema. Tra loro, la startup francese Azendoo che fornisce software di collaboration alle imprese e che ha impiegato molti giorni per recuperare manualmente i propri dati.

Anche se le difese di Google hanno permesso alla maggior parte dei suoi clienti di uscire completamente illesi dall’incidente, le perdite subite da pochi utenti per il downtime fanno luce sui processi per garantire una costante disponibilità di dati e servizi, intemperie a parte.

Le richieste di essere “always-on” sono cresciute esponenzialmente negli ultimi anni. La digitalizzazione dei processi aziendali significa che anche i più piccoli buchi nel sistema possono scatenare un effetto domino. Secondo il Veeam’s Data Center Availability Report 2014, le imprese con soluzioni di backup antiquate vedono andare in fumo fino a 10 milioni di dollari ogni anno a causa del downtime e della perdita di dati.

Un’intelligente soluzione di availability contribuisce a minimizzare l’impatto di interruzioni impreviste. Idealmente, in caso di downtime inaspettati, il lasso di tempo necessario per il backup dei dati e il loro ripristino non dovrebbe superare i 15 minuti. Ogni perdita di dati e ogni secondo di downtime ha un prezzo in termini di denaro e di reputazione.
Ma non si tratta solo di velocità. Anche la qualità e l’accessibilità dell’intervallo di backup contano.

Per proteggere dati critici che dovrebbero essere istantaneamente a portata di mano, la maggior parte delle aziende si affida a soluzioni storage moderne, ma onsite. Eppure, come ha scoperto Azendoo quando il datacenter di Google è stato colpito da un fulmine, questo metodo, da solo, non è a prova di bomba.

La regola del 3-2-1, secondo cui una completa strategia di availability consiste nel possedere almeno tre copie dei dati, salvate su almeno due media differenti, uno dei quali salvato remotamente, arriva molto vicino a garantire la completa availability quando una delle diverse copie dei dati o i servizi è indisponibile. Servizi cloud come Google giocano un ruolo chiave nelle moderne strategie di availability e, anche se la gestione della sicurezza da parte sua è stata impeccabile, è capitata una combinazione di circostanze estremamente rara che mostra che si può fare di più.

Non importa quanto velocemente un carico di lavoro può essere ripristinato e reso accessibile in caso di emergenza, deve anche essere aggiornato. Se un’azienda vuole minimizzare il rischio di perdita di dati, è necessario stabilire Recovery Point Objective molto ravvicinati. Questo è vero anche per la replica fuori sede, laddove la trasmissione di dati verso un cloud service o un datacenter esterno utilizzi la copia più recente del dato originale.

I risultati delle ricerche Veeam mostrano che un sesto di tutti i backup sono irrecuperabili. Una verifica automatica dei ripristini dovrebbe perciò essere parte di ogni strategia di availability, una funzione che molte soluzioni obsolete non riescono a fornire. Questo è un semplice test che dovrebbe essere obbligatorio per tutte le aziende moderne.

Le falle causate dai fulmini sono una prova dei rischi con cui le compagnie devono fare i conti. Ma mostrano anche che le aziende possono ridurre il rischio di incidenti e perdita di dati, inclusi drammatici costi aggiuntivi, con una ponderata strategia di availability che prenda in considerazione ogni evenienza.

 

 

 

 

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