Dall’Erp al Wi-fi, l’esperienza di Bitage

Nata per caso in primavera, l’idea di installare hot spot ad accesso gratuito nei locali pubblici sta dando i primi frutti, e i primi introiti ai partner che aderiscono

«Siamo partiti operativamente a maggio del 2006 e, ad agosto, contavamo una trentina di installazioni, tutte su Milano. Al ritorno dalle vacanze c’erano già 12 nuovi ordini da espletare e riceviamo una media di dieci e-mail al giorno di richiesta informazioni, solo grazie al passaparola».

È questo il biglietto da visita che mette sul tavolo Federico Bolondi, presidente di Bitage, a proposito dell’iniziativa “Free-Wi-fi”. Bitage è una software house milanese che sviluppa tendenzialmente in ambiente open e che ha a portafoglio un Erp e un Crm, entrambi da fruire unicamente via Web su pagine Php.

A questa attività si è aggiunta anche la costruzione di siti Internet e, quasi per caso, il progetto Free-Wi-fi. Essenzialmente i promoter di Bitage propongono a gestori e proprietari di locali pubblici (bar e ristoranti) e hotel di installare un router che consenta alla clientela di navigare gratuitamente senza fili. Attualmente, oltre agli agenti diretti della società, Bitage ha stretto un rapporto di partnership con quattro operatori, uno nella zona di Firenze, uno in quella di Pisa, uno a Bergamo e un altro nella zona di Varese.

Margini interessanti
«La nostra offerta – spiega Bolondi – consiste in un router Linksys (brand Cisco – ndr) a cui attaccare la rete Adsl o la fibra ottica. Se nel locale non è presente un accesso a Internet, cosa abbastanza rara ormai, provvediamo noi a far stipulare all’esercente un contratto con un Internet Provider, rimanendo comunque estranei a questo rapporto. Sul router, accessibile anche via Bluetooth, viene installato un firmware realizzato da noi che gestisce tutte le attività di registrazione e di monitoring». Sul pc dell’utente presente nel locale appare una schermata Web dalla quale effettuare l’iscrizione al servizio. Successivamente vengono inviati sul suo telefonino la username e la password.

«L’esercente spende tra i 200 e i 600 euro a seconda del servizio richiesto – e il margine per il promotore è “interessante” – promette il manager –, l’assistenza è compresa, a meno che non vengano richiesti interventi particolari». Il servizio per ora è gratuito, al raggiungimento di un centinaio di hot spot nella zona di Milano si partirà con la raccolta pubblicitaria che consentirà di ammortizzare i costi di connessione. Gli introiti saranno condivisi con l’esercizio.

«Chi non vorrà la pubblicità – afferma ancora Bolondi – pagherà una cifra dell’ordine di un euro all’ora». Secondo i dati forniti da Bitage, il 70% delle installazioni sono in ambito ristorazione, il 15% negli alberghi, il 10% in locali pubblici vari, come le palestre e, infine, vi è anche un 5% di privati. Non si è notato un aumento delle tariffe, ma piuttosto degli scontrini, intorno al 10/15%, inoltre, gli alberghi osservano un certo apprezzamento della clientela per il collegamento gratuito, anche perché le alternative sono tutte a pagamento.

«Il nostro obiettivo è di preparare il terreno all’utilizzo di applicazioni Web based in mobilità – afferma il manager – anche perché in Italia, a differenza degli Usa e della Gran Bretagna, la clientela tipo è business». Altri obiettivi sono l’installazione di access point gratuiti nei parchi, stipulando contratti con la Pa e nei centri commerciali. «Ma è difficile parlare con gli interlocutori giusti e spesso le trattative vanno per le lunghe» conclude Bolondi.

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