Da Netscalibur timidi segnali al canale

Tra le grandi sfide del prossimo avvenire quella dei canali di distribuzione è tra le più importanti

La voce di Francesco Caio, amministratore delegato di Netscalibur, in teleconferenza da Londra a tratti arriva interrotta. Parla con un collegamento Internet senza uso di linee dedicate, per ribadire che il modello economico della sua società sta tenendo, e sempre più in futuro non sarà la proprietà delle infrastrutture a permettere il business, ma la capacità di offrire servizi di alta qualità. Netscalibur, provider europeo specializzato nella gestione di servizi Internet, ha chiuso il 2001 con una crescita del 20% (in termini continentali la crescita è stata del 17%) con un fatturato di circa 52 milioni di euro, realizzati prevalentemente in Inghilterra, Italia e in una nicchia di mercato tedesca a Monaco.
“Il mercato dei servizi in outsourcing su rete pubblica crescerà sempre di più – precisa Caio –. Molti dei nostri competitor hanno basato la loro strategia sulle infrastrutture, ma non era questo l’asset che serviva per affrontare il mercato. Noi abbiamo puntato sulle nostre competenze nel campo dei servizi che sono il driver della crescita della telecomunicazione aziendale. Anche le grandi società di Tlc hanno difficoltà a erogare servizi di qualità e la loro azione si basa su altri aspetti. Credo che nessuno di noi darebbe il compito di arredare la propria casa a un’impresa edile”.
In Italia la società opera attraverso una formula diretta di account manager dedicati e il target di riferimento del nostro paese è il grande cliente enterprise (in tutto sono circa mille). In Inghilterra, invece, i clienti sono 10mila e collocati su una fascia media del mercato e per questo le attività di Netscalibur Oltremanica costituiscono un modello anche per gli sviluppi futuri in Italia.
“Tra le grandi sfide del prossimo avvenire quella dei canali di distribuzione è tra le più importanti – spiega Caio –. Abbiamo iniziato a considerare forme indirette, per il momento sempre orientate alla fascia alta, coinvolgendo system integrator internazionali e locali che possano penetrare in alcuni settori chiave. Penso a Iriscube nel settore banche o a Calian per la parte industry. Tutte queste società d’integrazione hanno la necessità di portare Internet nelle aziende, loro si occuperanno della parte applicativa, noi dei servizi. Tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo la tattica inglese prenderà consistenza anche in Italia e stiamo pensando di coinvolgere Var legati più ai servizi che al mondo hardware. Certo in Italia ci sono ancora non pochi problemi strutturali di raggiungibilità”.
Intanto la società ha orientato la sua offerta verso ambiti ben precisi: hosting, Vpn, sicurezza e messaging sono la parte più innovativa, che trova motivazione nella costante crescita dei servizi di posta elettronica e nella richiesta di servizi aperti ma sicuri. In Italia ogni giorno circolano 150 milioni di e-mail, di cui 120 sono dell’utenza business e si pensa che entro il 2005 diventeranno circa 500 milioni. Il terreno è fertile e Netscalibur ha già cominciato la semina.

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