Da Itil al private cloud, come evolve il punto vendita

Il percorso Vdi intrapreso nel 2010 da Mediamarket ha permesso di definire nuovi processi operativi e adottare dispositivi per monitorare e condividere conoscenza ed esperienza.

Intenzionata a “fare di più con meno” ponendo attenzione alla riduzione dei costi, al monitoraggio degli sprechi e al miglioramento dei sistemi informatici esistenti, il progetto di Virtual desktop infrastructure intrapreso alla fine del 2010 dalla divisione It di MediaMarket ha portato a un’evoluzione informatica di cui, a un anno e mezzo dalla fase di test, beneficiano oggi 70 degli oltre 113 negozi sparsi su tutto il territorio nazionale.

Prima catena di elettronica di consumo nel nostro Paese, proprietaria dei marchi Media World, Saturn, Media World Compra On Line e Saturn Online Shop, il ramo italiano dell’europea Mediamarkt Saturn ha, infatti, optato per emancipare in ottica Itil i propri punti vendita dalle prestazioni dell’hardware.

Interessata all’uso della tecnologia per ridurre i costi gestionali e consentire un’operatività da remoto attraverso una piattaforma in grado di rispondere alle necessità di servizio alla clientela, la scelta del Cio di Mediamarket, Luca Luminoso (nella foto), è caduta su Mauden e su un proof of concept dell’ambiente di virtualizzazione da implementare costituito da Vmware VSphere Essential lato server, Citrix Xen Desktop per la parte client.

In quest’ottica, individuato nello store Saturn di Viale Certosa, a Milano, il punto vendita più opportuno per una prima fase di test, anche in virtù del rinnovato layout realizzato, all’epoca, in occasione del decimo anniversario dell’insegna nel capoluogo meneghino, quello implementato è stato un progetto Vdi che ha esteso la tipologia di end point previsti all’interno dei punti vendita sul territorio.

Da qui, quattro mesi di studio condotto con il system integrator milanese sulla varietà di periferiche da testare per il ridisegno dell’architettura tecnologica e funzionale complessiva e per il dimensionamento dell’infrastruttura e la scelta di tutti i fornitori di tecnologia, Praim e Ibm compresi.

Ne è venuto fuori un ambiente tecnologico virtualizzato da creare e installare negli oltre 100 punti vendita diffusi lungo tutto lo Stivale per gestire le attività tradizionali ma anche per adeguarsi ai nuovi dispositivi tablet implementati e alle nuove necessità di business di una realtà che, nel caso di Mediamarket, “ha sempre ritenuto fondamentale investire nell’innovazione per conservare la propria immagine di altissimo livello”.

Ma non solo.
Altrettanto chiare erano anche le esigenze di implementare un’infrastruttura tecnologica in grado di garantire le medesime prestazioni anche in condizioni difficili e di erogare il servizio con diversi livelli di fault sulle componenti hardware e software della soluzione semplificando al contempo i processi gestionali così da delocalizzare gli interventi coinvolgendo tutti i componenti del team con una curva di apprendimento estremamente ripida.

La centralizzazione del servizio di assistenza al punto vendita e la conseguente riduzione degli interventi presso i negozi hanno, quindi, richiesto la revisione dei processi lavorativi e un nuovo assetto organizzativo, mentre l’automazione del provisioning e il monitoraggio che ne sono derivati hanno gettato le fondamenta per una successiva evoluzione in chiave “private cloud” dell’infrastruttura.

Oggi – rende noto Luminoso in una nota ufficiale –, posso affermare che i cambianti e gli aggiustamenti effettuati ci hanno permesso di rivedere l’approccio alle attività di lavoro passando da una modalità reattiva a una proattiva, di definire nuovi processi operativi, corredati di Key performance indicator sia di tipo It sia di tipo business, e di adottare nuovi strumenti che consentono di indirizzare temi quali il monitoraggio e la condivisione delle conoscenze e dell’esperienza. Un aspetto, quest’ultimo, che ci ha consentito di migliorare la tempestività d’intervento sulle problematiche affrontate”.

Tanto che, emancipate le prestazioni dei servizi applicativi dall’hardware del posto di lavoro, realizzate attività di controllo e di supporto da remoto e contenuti i costi di intervento sulla postazione dei punti vendita, ora si guarda con interesse all’estensione del progetto all’head quarter italiano in logica di cloud privato con i tipici servizi di provisioning automatico.

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