Da Fujitsu e Amdahl nasce Softek per il mercato storage

La nuova società opera nel settore del software per lo storage e nella realizzazione e gestione di sistemi aperti. Il Ceo, Steven Murphy, ha illustrato il posizionamento e gli obiettivi di crescita. In Italia è già attiva una collaborazione di lunga data con Selesta.

Softek è la nuova società creata da Fujitsu, che si propone di operare nel mercato, in rapida crescita, del software per la gestione dei sistemi di storage (si veda Linea Edp n° 13). La società svilupperà e commercializzerà software per la gestione dello storage, indipendente dal fornitore, che andrà ad aggiungersi ai prodotti del portafoglio già commercializzati da Amdahl.


Secondo Steven Murphy, Chief executive officer della società, Softek giocherà un ruolo primario nella crescita della quota di mercato e del fatturato di Fujitsu nelle aree del Nord America e dell’Europa, che insieme rappresentano l’85% del mercato mondiale del software per la gestione dello storage.


La creazione di Softek avviene in effetti in un momento di forti prospettive per il segmento dello storage, che vede la contemporanea diffusione di architetture San e Nas e di approcci tecnologici e architetturali di tipo aperto.


Secondo Dataquest, il tasso di crescita composto annuale nei prossimi cinque anni del settore relativo alle soluzioni per la gestione dei sistemi di storage risulterà di poco inferiore al 30% mentre per Forrester Research, prevede che le società aumenteranno la loro capacità media di storage online di almeno 10 volte nei prossimi cinque anni. In pratica questo corrisponderebbe a far sì che lo storage e le sua relativa gestione cresca dall’attuale 5% dei budget per i sistemi informativi al 17% nel 2003.


È in questo contesto che si cala Softek, che, oltre a capitalizzare sulle tecnologie delle società da cui deriva, ha sviluppato un approccio architetturale al cui interno trovano posto le soluzioni di altri colossi del segmento dello storage, che possono così essere integrate e gestite in modo univoco e sostanzialmente trasparente per il responsabile Ict.


Il portafoglio dei prodotti storage di Softek vede in prima posizione la suite Softek Tdmt, originalmente sviluppata e commercializzata dalla divisione software di Amdahl.


A questa si sono ora aggiunti due altri prodotti. Il primo è una soluzione di virtualizzazione dello storage “Powered by DataCore”, che, secondo la società, permette di accelerare l’allocazione delle risorse di storage San e semplifica la fornitura di risorse di memorizzazione in quanto rimuove i limiti della connessione diretta e crea pool aperti di storage in rete in modo che la capacità extra non sia legata a un server, ma resti disponibile dove serve. Il secondo è un prodotto di monitoraggio della qualità del servizio, Softek EnView, che permette di misurare le prestazioni, la disponibilità e la velocità di risposta su un insieme di piattaforme legacy, Web e client-server.


Con il Ceo Murphy abbiamo approfondito le strategie della società.

Perché Softek e perché in questo momento?


“Softek si focalizza solo sul software per storage con un proposta di soluzioni che permette di integrare i diversi sistemi di storage, San, Nas e quant’altro si è accumulato in azienda e che diventa sempre più complesso e costoso gestire ed espandere. Va, poi, considerato che al momento il mercato è dominato dai “venditori” di hardware e che l’85% del mercato storage è in nord America e in Europa. Da questi aspetti è sorta l’idea di dare il via a una società concentrata sul software con un approccio sostanzialmente aperto. Peraltro, Fujitsu è interessata a investire in settori tecnologici in espansione a livello internazionale, e lo storage è uno di questi”.

Non può però negare che il settore dello storage è affollato. Cosa pensa possa contribuire a una vostra affermazione?


“Proprio il modo in cui lo storage si è sviluppato nelle aziende, con diverse soluzioni non integrate, di fonte diversa e sostanzialmente poco ottimizzate. Ad esempio, analisi su realizzazioni operative da tempo portano ad affermare che il 60% degli investimenti hardware in storage non è utilizzato. Si compra dell’altro hardware e non si utilizza al meglio quello che si ha già. È con la proposta di soluzioni software che recuperino questa memoria non utilizzata e razionalizzano la gestione di quanto esistente, invece di nuovi investimenti”.

In pratica come pensate di procedere a livello di soluzione tecnologica?


“L’obiettivo dei nostri sviluppi è quello di dare una visione globale, virtuale e univoca dei diversi sistemi esistenti in un’azienda, sia che essi siano stati acquisiti da Emc, StorageTek o Ibm. Per far questo interoperiamo con i framework delle diverse soluzioni e ne seguiamo costantemente le evoluzioni”.

Quello dello storage è un mondo vasto, in quali segmenti vi proponete di operare?


“I tre segmenti che ci vedono impegnati sono quello dello Storage data management, dello Storage infrastructure e dello Storage resource management”.

Non pensate che il fatto di avere alle spalle Fujitsu e Amdhal, con delle proprie linee di prodotti, possa incrinare la credibilità di quando vi proponete come “aperti” e “hardware indipendent”?


“Come missione abbiamo quella di focalizzarci sullo storage management e non sul mantenimento dell’esistente, sia questo rappresentato da nostre tecnologie o da tecnologie concorrenti. Il nostro approccio è quello di guardare all’intero pool di storage come un unico sistema da virtualizzare, indipendentemente da chi sia il fornitore. Ovviamente, la nostra esperienza pregressa ci permette di avere una elevata credibilità nel proporre le nostre soluzioni software di gestione”.

Come sarete presenti in Italia?


“Con un ufficio a Roma. Peraltro in Italia abbiamo una collaborazione di lunga data e con reciproca soddisfazione con Selesta, che è presente in modo capillare sul territorio e ha già fornito nostre soluzioni”.

Quali sono le prospettive relative al mercato?


“Saremo una delle società di primo livello nel mercato dello storage management entro tre anni”.

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