Un fresco studio di Comparitech ha esaminato lo stato di 60 Paesi in tema cybersecurity e trovato enormi differenze in una serie di categorie, dDai tassi di malware alla legislazione relativa alla sicurezza informatica.

Comparitech ha inteso capire quali Paesi hanno la peggiore (o migliore se la si guarda dal lato opposto) cybersecurity.

Comparitech è un’organizzazione inglese rivolta ai consumatori che fornisce informazioni, strumenti e comparative su servizi tecnologici. Fondata nel 2015, annovera oggi un team di 30 persone tra autori, ricercatori, sviluppatori ed editor.

Una prima conclusione a cui arriva il team di Comparitech sulla cybersecurity, è che nessun Paese può essere proclamato “primo della classe” su tutta la linea. Tutti i Paesi analizzati hanno spazio per apportare miglioramenti significativi nella loro sicurezza informatica, in un’area o in un’altra.

Tuttavia, ci sono diversi livelli in differenti aree, che hanno consentito di stilare un ranking complessivo, una classifica definitiva. Con così tante informazioni che si trovano online, compresi i dati più personali, la cybersecurity dovrebbe essere sempre considerata della massima importanza.

I più attenti alla cybersecurity

Per gli amanti dei “best of” (e “worst of“), anticipiamo subito il Paese più sicuro e quello meno sicuro.

cybersecurityLo studio ha rivelato che il Giappone è il Paese più sicuro al mondo, in tema di  cybersecurity. Questo Paese ha ottenuto punteggi molto bassi nella maggior parte delle categorie (uno score basso corrisponde a una maggiore sicurezza). Il Giappone ha fatto registrare un punteggio leggermente superiore solo nelle categorie di preparazione agli attacchi informatici e legislativa.

La top ten delle migliori performance in cybersecurity è completata da Francia, Canada, Danimarca, Stati Uniti, Irlanda, Svezia, Regno Unito e Paesi Bassi. E l’Italia?

Il nostro Paese non si trova fortunatamente nei bassifondi della classifica, ma nemmeno tra i primi della classe. Nel ranking dei 60 Paesi, l’Italia occupa la posizione 36, tra l’Argentina (migliore di noi) e la Malesia.

Il risultato dell’Italia non è da considerarsi molto lusinghevole. Nelle posizioni inferiori alla nostra del ranking di Comparitech, in tema di cybersecurity, si trovano pochi Paesi europei. Considerando che nella classifica mondiale del PIL, vari indici collocano l’Italia entro (o poco fuori) la top ten, la performance in cybersecurity è senz’altro scoraggiante.

C’è sempre da dire che si tratta di un ranking realizzato da una singola realtà. E comunque gli investimenti in cybersecurity stanno diventando sempre più importanti anche nel nostro Paese.

Le performance  nelle diverse categorie

La performance dei Paesi non è omogenea in tutte le categorie prese in esame da Comparitech. Alcuni Paesi hanno ottenuto buoni risultati in una categoria, ma in altre hanno ricevuto punteggi che ne hanno compromesso la media.

Ad esempio, Comparitech cita l’Ucraina, che ha fatto registrare il più basso tasso di malware finanziario. E l’Uzbekistan, lo Sri Lanka e l’Algeria, che hanno ottenuto lo score più basso degli attacchi telnet. Pur essendosi l’Algeria posizionata al primo posto nel ranking, dalla peggiore alla migliore performance complessiva.

Comparitech riporta anche i dati esplosi tra le varie aree. La percentuale più bassa di infezioni da malware di dispositivi mobili è stata registrata in Giappone, con l’1,34% degli utenti. Il minor numero di attacchi di malware finanziario è, come detto, in Ucraina, con lo 0,3% degli utenti.

La percentuale più bassa di infezioni da malware di computer è a vantaggio della Danimarca: 5,9% degli utenti. Come detto, la percentuale più bassa di attacchi telnet (per Paese di origine): Algeria, Uzbekistan e Sri Lanka, con lo 0,01%.

La percentuale più bassa di attacchi da parte di cryptominer è in Danimarca: 0,61% degli utenti. Il Paese meglio preparato per gli attacchi informatici è Singapore, con un punteggio di 0,925.

La categoria della legislazione più aggiornata per la cybersecurity vede vincitori quattro Paesi: Francia, Cina, Russia e Germania.

Sul blog di Comparitech, a questo link, è possibile consultare tutti i risultati nonché i dettagli sulla metodologia utilizzata.

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