Cuzari: non è per tutti il Nuovo Mercato

La situazione attuale sta penalizzando realtà anche interessanti, che sofrono a volte di comportamenti poco lineari da parte di advisor e sponsor.

La sensazione è che non sono tutte rose e fiori al Nuovo Mercato. Anzi, forse
le cose sono più difficili del previsto, soprattutto per gli operatori di
piccole dimensioni. Ma che cosa sta succedendo? È una crisi di fiducia o una
crisi congiunturale? Ne abbiamo parlato con Maurizio Cuzari, amministratore
delegato della società di ricerca Sirmi, la quale ha seguito, in veste di
consulente, alcune delle aziende che negli ultimi 18 mesi si sono preparate alla
quotazione.


«Prima di analizzare un po’ in profondità che cosa sta succedendo sul Nuovo
Mercato, partirei da un concetto di base che però ci aiuterà a capire le
dinamiche in corso. Tre sono i criteri di valutazione delle aziende. Il primo,
tradizionale e vero fino a un po’ di decenni fa, è patrimoniale ed è basato sulla
valutazione del patrimonio netto. Il secondo, vero dell’economia degli Anni ’60,
’70, ’80 e ’90, è reddituale, mentre il terzo è prospettico. In quest’ultimo
caso, una sorta di formula nella quale confluiscono anche le valutazioni
derivanti dagli altri criteri, si tratta di valutare in anticipo quale valore
può avere un’azienda nell’arco di cinque anni. Il criterio prospettico è quello
attualmente in uso, però, come ho già avuto modo di accennare in un’altra
occasione, si sta finalmente tornando con i piedi per terra».


In che senso, con i piedi per terra?


 «Semplicemente perchè non ha senso pensare che un’azienda possa valere
molto di più di quanto può generare come profitto. Oggi le aziende o sono
tradizionali, e in questo caso la loro crescita non può che essere fisiologica,
o sono innovative, e in questo caso siamo di fronte ad aziende piccol, destinate
a ingrandirsi, oppure ancora sono le cosiddette “aziende da breakthrough”e in
questo caso, ma solo in questo caso, sono le aziende “bambine” destinate a
diventare grandissime».


Detto questo, il Nuovo Mercato è davvero un’opportunità e per chi?


«Il Nuovo Mercato è senza dubbio una opportunità per gli advisor, che
guadagnano sulle attività di consulenza e non sul successo dell’operazione. Può
esserla, ma fino a un certo punto, per gli investor istituzionali. Ho qualche
perplessità in più se parliamo di piccole aziende. A volte mi domando se per
raccogliere poche decine di miliardi non valga la pena di accedere al credito
ordinario, piuttosto che sottostare al lungo e complesso iter di una
quotazione».


Certo è che sembra che qualcosa a volte non funzioni come dovrebbe,
oppure che le aspettative siano davvero superiori al risultato.


 «Quando questo accade è spesso imputabile ai comportamenti degli
advisor, degli sponsor e delle aziende della finanza straordinaria, che tendono
a sopravvalutare le aziende che stanno portando alla quotazione, per fare poi
marcia indietro all’ultimo momento. Per questo motivo, io credo che la
situazione che oggi interessa It Way e che in un certo modo sta anche
rallentando l’ingresso di Esprinet sia legata la contingente. Sono entrambe
realtà davvero interessanti e con un ottimo potenziale, forse penalizzate da
eventi accaduti prima del loro ingresso».

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