Cuzari: all’Ict servono i seminatori

Provocazione dell’amministratore delegato di Sirmi: senza un’adeguata cura del “terreno” si rischia la desertificazione. La sfida è la curiosità intellettuale

Non c’è voglia di piangersi addosso, quest’anno a Ict Trade. In fondo la
Cina per il momento resta ancora lontana. In fondo di ripresa si può parlare,
anche se non per tutti. In fondo, c’è sempre un altro modo per guardare le cose.


Ritorna, in conclusione di questa prima giornata di lavori, l’idea della
prospettiva. L’idea della necessità di guardare le cose – il mondo – in modo
diverso rispetto a quanto fatto finora. L’idea di guardare fuori per cambiare
dentro: osservare il mondo per poi cambiare profondamente le aziende.


Con una tirata d’orecchie finale di Maurizio Cuzari, immancabile spunto
per affrontare i prossimi due giorni di workshop e incontri di business.

L’amministratore delegato di Sirmi, che ai grafici e ai quadranti è ben
abituato, ne costruisce uno insolito, con il quale tratteggia le figure che oggi
popolano il mercato Ict.
Ci sono i Gattopardi – spiega – i
gestori del potere che vogliono cambiare tutto affinché nulla cambi, ancora
convinti che il business si fa chiacchierando
”.
Ci sono poi i
cacciatori, che si buttano voracemente sulla preda. Le amebe, sempre in attesa
di vedere ciò che succede.
Gli zombie, che non capiscono da dove vengono
tantomeno dove vanno.
E poi ci sono i contadini. Che seminano e raccolgono.

Ed è sui contadini che Cuzari si ferma.
I contadini, che dedicano l’80%
del loro tempo alla preparazione della terra, alla sarchiatura, alla semina e il
restante 20% al raccolto.
Solo che “non abbiamo più seminatori
racconta Cuzari -. Abbiamo solo raccoglitori e non ci rendiamo conto che se
passiamo il nostro tempo a raccogliere senza prenderci cura della terra
desertifichiamo il terreno sul quale stiamo lavorando
”.

Una
metafora forte, che Cuzari utilizza per stimolare gli operatori del mondo Ict a
confrontarsi con il nuovo.
Un nuovo che significa sì nuove tecnologie, ma
anche nuovi fornitori e nuove relazioni. Con un invito forte a investire non
denaro, ma tempo.
Tempo per stimolare la curiosità intellettuale, che non
può non essere una delle molle che tiene vivo questo mercato.

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