Crowdfunding investing: il 19 marzo le linee guida dalla Consob

Per primo in Europa, il nostro Paese attende la risposta legislativa sul dettaglio della legge 221/2012 che ha introdotto la nuova formula di investimento che parte dal basso nel panorama degli strumenti di credito per le startup innovative.

Prima in Europa a regolare il crowdfunding investing, l’Italia punta a sistematizzare un fenomeno che mette insieme i termini inglesi crowd, folla e funding, finanziamento e diventare, così, “polo di attrazione per i talenti e l’imprenditorialità europea”.
Lontano, una volta tanto, dall’essere additato come fanalino di coda (non solo) nel Vecchio Continente, il Bel Paese si appresta, infatti, a mettere a frutto la legge 221/2012 che ha convertito il Decreto Sviluppo Bis introducendo il “crowdfunding investing” nel panorama degli strumenti di credito per le startup innovative.

Proprio domani, martedì 19 marzo, la Consob dovrebbe ufficializzare “le regole del gioco” di un processo collaborativo di finanziamento che parte dal basso e mobilita persone e risorse che scelgono di utilizzare il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di imprenditori e organizzazioni.

Peccato che, guardando all’articolo 30 della già citata legge, già due appaiono gli ostacoli a un provvedimento che “limita” il panorama delle startup alle sole definite “innovative e torna a far riferimento al “sistema bancario-finanziario” esistente e i cui limiti, per quanto concerne l’accesso la credito da parte delle imprese in generale, sono sotto gli occhi di tutti.
Ma tant’è.

Interessato all’interno di un convegno organizzato ad hoc a capire se quella del crowdfunding è soltanto una “moda” del momento e se questa nuova formula di investimento può funzionare anche nel nostro Paese, Roberto Calugi ha per primo messo l’accento su un valore di mercato che, a livello mondiale, le stime per il 2012 posizionano attorno ai 2 miliardi di euro, il doppio rispetto all’esercizio precedente.
Identificato dal dirigente della Camera di Commercio di Milano che ha rapporti con le imprese come un fenomeno nato in Australia, «e che ha subito mostrato un forte impulso negli Stati Uniti», con «circa 450 milioni di euro raccolti anche in Europa», il meccanismo del crowdfunding investing che mette in diretto contatto il risparmio privato per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni sta prendendo piede non solo in Paesi come Olanda e Inghilterra, «ma anche in nazioni non dissimili dalla nostra, Francia e Spagna in primis».

Va da sé, allora, che metter mano al primo evidente limite raccontato pocanzi potrebbe essere d’aiuto, «se si considera che – come riportato da Calugi –, su
288mila imprese iscritte alla sola Cciaa di Milano, solo 30 compaiono nella sezione speciale del Registro Imprese a fronte delle 80mila nuove imprese nate nel territorio milanese negli ultimi 4 anni
».

Di converso, a far ben sperare sempre il referente della Camera di Commercio del capoluogo meneghino è che l’avvento del crodwfunding investing «dovrebbe ridurre l’effetto di indebitamento delle nostre imprese sui canali tradizionali».
Dati della Banca d’Italia alla mano, infatti, nel nostro Paese «il 70% delle imprese trae le proprie risorse finanziarie dal canale bancario contro una media europea pari al 50%, che scende al 30% nei Paesi anglosassoni».

Ma non solo.

Il sottoutilizzo dell’azionistico come canale di ingresso delle risorse finanziarie delle imprese «testimoniato – per Calugi – dalla presenza solo di un terzo delle imprese quotate rispetto ai francesi, che diventa un decimo paragonato a quel che accade nella Borsa inglese», fa interpretare ai più il crowdfunding come «una risposta oggettiva anche a questo tipo di aspetto della domanda».

Lato offerta, infatti, seppur provate dalla crisi, le famiglie italiane continuano a mostrare «una fortissima propensione al risparmio con un totale di 3,5 miliardi di euro detenuti in termini in risorse finanziarie, di cui il 30% è mantenuto sotto forma di liquidità in conti correnti postali e conti correnti bancari».

Mettere in connessione quest’ultimi con un sistema produttivo che fatica a trovare canali alternativi per finanziare le proprie attività è il compito del crowdfunding investing, cui le Cciaa del nostro Paese guardano con interesse «per semplificare un business environment davvero poco edificante per le nostre imprese».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome