Crescita minore del previsto per l’informatica europea

Il giro di affari salirà del 7%, contro il previsto 11%. L’Italia chiuderà l’anno con l’8% in più. Ecco quattro consigli per favorire la ripresa

Il mercato europeo dei prodotti e dei servizi informatici (Ict) rallenta vistosamente. La crescita del giro di affari dovrebbe aggirarsi a fine anno intorno al 7% e non più all’11% come previsto in primavera, con un calo quindi di oltre un terzo. La nuova stima viene dagli analisti che hanno realizzato gli aggiornamenti del Rapporto Eito, che sarà presentato venerdì allo Smau, durante un convegno/tavola rotonda sulla “banda larga”.

Secondo le nuove previsioni, l’Italia dovrebbe cavarsela meglio degli altri paesi del vecchio continente: infatti la crescita sarà dell’8% (un punto in più della media europea) con un calo inferiore al 30%.
La crescita europea, si dice in una nota dello Smau, sarà comunque superiore a quelle del mercato Usa e giapponese, “ma ridimensiona le previsioni effettuate nel primo semestre dell’anno, a causa del peggioramento manifestatosi in particolare a partire dalla metà dell’anno in corso e chiaramente evidenziato dalle crisi nella domanda di apparati di telecomunicazione e di componenti elettronici.”

Secondo Eito (European information technology observatory) il rallentamento è dovuto a fattori generali come il progressivo peggioramento dell’economia europea e al clima di preoccupazione dovuto alla crisi internazionale in corso. Ci sono però anche fattori endogeni, come una certa saturazione della domanda di telefoni cellulari, ma anche di computer e hardware in generale, che ha riguardato tutti i mercati europei, con maggiori contraccolpi in quelli più avanzati come la Germania. Altre incertezze sono connesse alla ritardata diffusione della banda larga, in particolare nel mobile, con l’Umts che non decolla, senza contare il vero e proprio crollo generalizzato dei titoli delle aziende Internet-oriented, con la crisi di molte start-up specie nel settore B2C. che ha fatto ridimensionare tutti i programmi di investimento e di sviluppo e riportato alla “ragione” dei fondamentali economici della vecchia economia anche le società basate sul Web.

Il nostro paese, rispetto ai dati medi europei, sembra essere “in relativa controtendenza – dice ancora Eito -, perché presenta per il 2001 una stima di crescita superiore alla media europea, sia nel mercato dell’informatica (oltre +9%), sia nelle telecomunicazioni (+7,5% nel complesso e +9,2% nei servizi di telecomunicazione).”
In Italia ci sono infatti ancora ampi spazi per la diffusione di Internet e delle tecnologie informatiche nelle piccole e medie imprese, nella pubblica amministrazione e nelle famiglie, ma la ripresa è subordinata, secondo gli analisti Eito, all’avverarsi di alcuni fattori.

In primo luogo, bisognerà favorire la diffusione delle applicazioni di Internet nell’area e-business perché possono avere effetti rilevanti in termini di miglioramento della produttività e competitività delle imprese, che dovranno però accelerare la riorganizzazione attorno alla rete valutando attentamente gli investimenti nelle reti, nei prodotti e nei servizi per garantire i necessari ritorni. Inoltre, l’offerta di informatica, più che sulla diffusione dei prodotti, dovrebbe concentrarsi sul compito di integrare tecnologie e servizi, per assicurare alle imprese e ai consumatori un reale aumento di efficacia ed efficienza. In terzo luogo, secondo Eito, vanno privilegiati i servizi Business to business (B2B) su Internet, soprattutto per migliorare le relazioni con i partner e i clienti. Da ultima, ma non meno importante, sarà la capacità degli operatori di telecomunicazioni nel realizzare nuovi servizi a valore aggiunto che rendano utile e conveniente passare all’uso delle tecnologie a banda larga (Adsl, Gprs, prospettiva fibra ottica e Umts). Per saperne di più sul convegno www.smau01.it.

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