Corte brevetto Ue a Milano se l’Italia è nell’accordo

Lo afferma Raffaele Baldassarre, relatore per il regolamento sul regime linguistico. Da vincere la concorrenza tedesca. I regolamenti approvati ora tutelano le Pmi.

La Commissione giuridica (Juri) del Parlamento europeo ha adottato i due regolamenti che implementano una cooperazione rafforzata sul brevetto europeo.
Le prossime tappe prevedono il voto in plenaria e l’approvazione formale da parte del Consiglio.

Dopo una riforma iniziata nel 1975, l’Ue (senza il consenso di Italia e Spagna), avrà un sistema di registrazione e protezione brevettuale unitario.

Dove la Corte?
All’accordo sui due Regolamenti non è però seguito quello tra Stati sul sistema giurisdizionale. La ragione è dovuta alla mancata intesa tra Francia e Germania riguardo l’assegnazione della sede centrale della Corte. La Germania, infatti, preme affinché la sede centrale sia istituita a Monaco di Baviera, dove ha già sede l’Ufficio europeo per i brevetti.

Per il Relatore per il regolamento sul regime linguistico, Raffaele Baldassare, «abbiamo dispiegato tutte le nostre forze al fine di arrivare a un accordo condiviso. Finalmente l’Ue smetterà di tassare un settore fondamentale per la crescita come é quello dell’innovazione. La situazione attuale è, infatti, insostenibile: un brevetto in Europa è 13 volte più caro rispetto agli Stati Uniti. Abbiamo tutelato soprattutto le Pmi, che soffrono di una competitività inferiore rispetto alle loro concorrenti statunitensi e giapponesi».

A Milano?
In relazione al sistema giurisdizionale Baldassarre vede nel mancato accordo tra Parigi e Berlino un’ottima occasione «affinché l’Italia ritorni attivamente al tavolo dei negoziati. L’Italia potrebbe proporre Milano come soluzione di compromesso. Ciò presume, però, che cambi posizione sui due regolamenti e subentri alla cooperazione rafforzata, accrescendo così il proprio potere negoziale».

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