Corporate blog, roba per Pmi?

Negli Stati Uniti molte aziende tentatno la via del discorso diretto con i clienti. In Italia non lo fa quasi nessuno. Eppure…

Rsa Security, società specializzata nella sicurezza, ha deciso di percorrere
la strada dei blog, anzi dei corporate blog, e all’indirizzo www.rsasecurity.com/blog ha
deciso di aprire un’area dedicata ai temi della sicurezza e della protezione
delle informazioni. Normative in materia di sicurezza, Rfid, policy di
autenticazione, crittografia e criteri generali sono le aree del blog che sarà
gestito da alcuni esperti di Rsa. Contemporaneamente Ibm ha deciso di inserire i
blog nella prossima versione di Workplace, un software di collaborazione.
Piccoli segnali che confermano come i corporate blog si stiano
facendo largo anche se rimangono un arma difficile da maneggiare.


Un corporate blog, in effetti, è un meccanismo complesso perché deve
integrarsi con l’immagine aziendale e offre rischi che non tutti sono disposti a
sopportare. Se ne accorta Nike che dopo una ventina di giorni ha dovuto chiudere
i battenti. Molto meglio, invece, sta andando a Gm e Sun che hanno messo
in campo non una squadra di pr ma i big boss
dell’azienda che se la
stanno cavando più che egregiamente. L’importante è che il blog, che permette di
avere un contatto diretto con i clienti e altri soggetti che hanno a che fare
con un’azienda, sia un luogo dove di vera discussione. In rete se ne discute
molto tanto che qualcuno ha provato anche a stilare qualche avvertenza. I blog
infatti sono facili da inaugurare e molto difficili da gestire. Per
farlo bisogna avere cose interessanti da dire e comunicarle al meglio
.
Questo tanto per iniziare. Poi, dopo le avvertenze, puntuale, è arrivato il
Corporate Weblog Manifesto (http://radio.weblogs.com/0001011/2003/02/26.html)
che intima alle aziende di raccontare tutta la verità, di inserire buone e
cattive notizie, di non lasciare il tutto in mano ad avvocati e professionisti
della comunicazione, non raccontare bugie e non nascondere informazioni., ma
anche di evitare di scrivere quando si è tristi o arrabbiati.


Ma in Italia il corporate blog esiste? Poco. C’è stato il
blog della Y (http://www.miss-y.it/
) più pubblicitario che altro, il Simplicissum
di Antonio Tombolini, il fondatore di Esperya e poco altro. Eppure  proprio
la struttura industriale italiana (fatta di piccole e medie
imprese) si presta all’utilizzo di corporate blog.
Paradossalmente, infatti, questo tipo di strumento rischia di funzionare meglio dove è
il proprietario a scendere in campo, a mettersi ingioco con
la passione che può avere per la sua azienda, piuttosto che il manager o, peggio,
chi si occupa di comunicazione. L’importante è comunque avere qualcosa da dire.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome