Consolidare per risparmiare

Le grandi aziende lo hanno già capito e le piccole iniziano a comprendere: occorre riposizionare le risorse It per sfruttarle al meglio

I Cio sono alla ricerca di una miglior flessibilità nella gestione delle risorse It. La possibilità di saturare lo spazio su dischi, ancora molto costoso, consente di ottenere economie consistenti. Molti responsabili It hanno la razionalizzazione di quanto già disponibile “in casa” come priorità per i prossimi mesi, costretti come sono a destreggiarsi tra budget It sempre più risicati e una complessità applicativa in costante crescita. La maggior parte dei server, infatti, viene utilizzata in media tra il 15 e il 25% della propria capacità, anche se consuma potenza e genera calore in modo proporzionale al carico di lavoro pieno. Quello della virtualizzazione è un concetto non proprio nuovo, per la verità. Nel mainframe è diffuso praticamente da sempre ma oggi, che la maggior parte dei Ced ospita ambienti operativi eterogenei, sono in parecchi a pensare che sia giusto trasferire questo approccio ai comuni server. Astrarre le risorse, convogliandole in un serbatoio comune dal quale attingere capacità elaborativa “su richiesta” è, ormai, possibile su molte macchine di nuova generazione. Anzitutto, grazie ai miglioramenti introdotti sul fronte delle configurazioni dell’hardware, come avviene nei server “a lama”, che riducono lo spazio occupato e le necessità di cablaggio. Queste migliorie, abbinate a nuove applicazioni, che consentono già oggi di mettere a fattor comune le risorse (spazio su disco, connessioni, rete), utilizzandole laddove sono più necessarie, riducendo l’investimento in hardware ed energia elettrica necessari a supportare e raffreddare i macro ambienti di calcolo. Sono molte le aziende che hanno deciso di riorganizzare le risorse It in pool, per facilitare il loro sfruttamento intensivo e, soprattutto, per incrementare le performance dei sistemi senza mettere mano al portafoglio.

Secondo Idc, il 75% delle aziende con oltre 500 dipendenti sta già introducendo tecnologie di virtualizzazione lato server e, in media, chi acquista nuove macchine ipotizza che il 45% delle stesse sia dotato di tecnologia di astrazione. La virtualizzazione conduce non solo all’ottimizzazione dei consumi ma anche alla riduzione della complessità degli ambienti server (si veda in proposito il box). I costi gestionali, infatti, hanno già da tempo sorpassato gli investimenti annuali compiuti dalle aziende in hardware e software.

La possibilità di avere a disposizione una console centralizzata, che metta in chiaro quali sono le risorse fisiche e quali relazioni intercorrono virtualmente tra loro, consente di prendere in carico i diversi tipi di server, utilizzando un unico strumento, automatizzando gran parte dei compiti e riducono i tempi di fermo dei sistemi. Il consolidamento dei Ced non è, quindi, un’opportunità ma, sempre più spesso, una necessità impellente. «Per cominciare – suggerisce James Staten, principal analyst di Forrester Research – occorre stilare un quadro completo dell’utilizzo degli asset informatici, meglio se lo si fa con un solo strumento software. Le aziende dovrebbero poi, laddove possibile, implementare un tool di pianificazione della capacità, in grado di fornire ipotesi e statistiche quanto più possibile veritiere in merito all’utilizzo, medio e di picco, delle risorse mappate». Una volta stilato l’inventario completo degli asset e delle necessità elaborative e di storage dei dati, «sarà facile capire se ci sono i margini per condurre una buona attività di consolidamento». Come? «Un’analisi di tipo top-down permette di identificare le applicazioni più pesanti, che consumano la maggior quantità di risorse, e determinare se la loro crescita è sostenibile con le risorse attuali o se, per contro, emergono dei problemi di disegno delle architetture. Al contrario, un’analisi di tipo bottom-up permette di identificare i “rami secchi”, ovvero applicazioni e server scarsamente utilizzati che, quindi, si candidano a essere virtualizzati per primi, proprio in virtù del loro ridotto consumo di risorse It».

Un occhio di riguardo dovrà, poi, essere riservato a quelle applicazioni che saranno aggiornate a breve e per le quali, di conseguenza, è ragionevole prevedere un aumento delle risorse utilizzate. «In tutto questo processo – conclude Staten – non vanno, però trascurati gli aspetti organizzativi, che potrebbero avere un effetto dirompente sugli sforzi di consolidamento posti in essere dal dipartimento It. Due tipologie di azioni, in particolare, si dimostrano particolarmente sensibili al fattore umano. Da un lato, il consolidamento operato tra diverse business unit, specie se il controllo degli asset viene sottratto a una o più unità o se gli asset vengono accorpati a un livello superiore, trasversale rispetto ai team coinvolti. Dall’altro, il consolidamento degli staff, che non è mai gradito all’organizzazione».

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