Connessioni broadband: peggio di noi in Europa solo la Turchia

Riferiti al terzo trimestre 2012, di positivo per l’Italia i numeri diffusi da Akamai Technologies nel Rapporto sullo Stato di Internet hanno solo la crescita, pari al 27%, dei numeri di indirizzi IPv4 connessi alla sua Intelligent Platform.

È un’eccezionale crescita del 27% quella che, registrata da Akamai Technologies anno su anno, vale all’Italia il nono posto nella top ten globale stilata, in riferimento al terzo trimestre 2012, sui Paesi con il maggior numero di indirizzi IPv4 connessi a Internet.

Peccato che, seppur in leggero decremento rispetto al trimestre precedente(-1,7%), il nostro risulta il Paese europeo che ha generato più attacchi informatici ed è pure al penultimo posto, sempre in Europa, per numero di connessioni broadband e high broadband, che da gennaio dello scorso anno Akamai ha ridefinito adeguandosi ai target di velocità stabiliti da Stati Uniti, Cina e Commissione europea, che considerano broadband le connessioni pari o superiori a 4 Mbps, e high broadband quelle pari o superiori a 10 Mbps.

Ma tant’è.
Quello definito nel Rapporto sullo Stato di Internet dal fornitore di servizi di cloud computing erogati per ottimizzare la fruizione anche di applicazioni e video online è pur sempre un contesto a dir poco esaltante per la Rete.
Soprattutto se si considera che, tra aprile e giugno del 2012, sono stati oltre 68 i milioni di indirizzi in più registrati rispetto al terzo trimestre 2011, per una crescita di circa l’11% riportata dalla Akamai Intelligent Platform.

La stessa che, nero su bianco, dettaglia un universo in cui sono più di 680 milioni e provengono da 243 Paesi nel mondo gli indirizzi IPv4 unici che, nel Q3 2012, hanno prodotto ben oltre un miliardo di utenti Web unici connessi alla piattaforma.
Il ché, a ben guardare, mostra il fianco a una verità ormai ineluttabile che sancita dal Rir, il Regional Internet Registers, è ben riassunta dal Ripe Ncc (Ripe Network Coordination Centre), secondo cui: «È ormai fondamentale effettuare la migrazione all’IPv6 per garantire la continuità delle proprie attività online e la futura crescita di Internet».

Attacchi informatici: niente di nuovo sotto il sole
Anche per il periodo considerato, con il 33%, la Cina continua a essere la principale fonte di attacchi, seguita dagli Stati Uniti, che permangono in seconda posizione generando il 13% dei fenomeni osservati, mentre all’Europa spetta, invece, la responsabilità di quasi un quarto degli attacchi informatici esaminati a livello globale nel periodo di riferimento.

Velocità di connessione: lo Stivale arranca
In termini di connessioni broadband, che in Europa continuano ad andare per la maggiore, in prima fila e al capo opposto del Bel Paese, i Paesi Bassi raggiungono la Svizzera, con oltre l’80% di adozioni di banda (e un buon 22% di connessioni superiori ai 10 Mbps), lasciando le connessioni “base” di Belgio, Danimarca e Repubblica Ceca ben distanziate con un sempre alto, ma più modesto 68%.

Decisamente da prendere ad esempio la Francia cresciuta, da un anno con l’altro, del 70% fino a raggiungere il 47% di connessioni broadband, mentre la maglia rosa della diffusione in Europa dell’high broadband la indossa il Regno Unito, con un incremento del 145% rispetto al 2011.

E l’Italia?

Da noi i numeri parlano di un decremento del 4% rispetto a 12 mesi fa e di quasi il 9%, rispetto ai primi tre mesi del 2012 nella sola adozione di banda larga, per una percentuale totale che non supera il 25% e ci pone nella ben nota posizione di fanalino di coda di un Vecchio Continente (dove la media si attesta al 41%) con cui lo Stivale stenta a tenere il passo.

Non sotto tutti i punti di vista, però.

Se a livello europeo, ci piazziamo al penultimo posto per numero di connessioni sia broadband sia high broadband riportando risultati migliori solo della Turchia, è altrettanto vero che, nel Q3 2012 da noi la high broadband è aumentata dello 0,8% portando a 2,7 la percentuale totale degli italiani che utilizzano connessioni al di sopra dei 10 Mbps, per una crescita del 7,5% rispetto al Q3 2011.

Ciò detto, lungo tutto lo Stivale, la velocità media di connessione nel terzo trimestre 2012 si è attestata sui 3,9 Mbps, più lenta del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 2,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un picco di velocità di connessione pari a 19,2 Mbps, maggiore del 19% rispetto allo scorso anno.

Vero è che, da noi, esiste un divario di circa 1,2 Mbps tra il provider che offre la velocità di connessione mobile media maggiore (3,1 Mbps) e quello che offre la velocità media minore (1,9 Mbps) con velocità di connessione massime offerte dagli operatori italiani oscillanti tra i 13,4 Mbps e i 16,4 Mbps.

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