Con Town@House Street nuove possibilità per il mondo dell’accoglienza

Tecnologie di ultima generazione nell’idea imprenditoriale di Alessandro Rosso inaugurata a Milano e volta a trasformare negozi sfitti in esclusive suite.

Un nuovo concetto di urban living da esportare in ogni città del mondo.
Parte da Milano ma ha tutta l’intenzione di fare il giro del mondo il progetto 100% made in Italy ideato dall’imprenditore torinese Alessandro Rosso e affidato per la sua realizzazione all’architetto toscano Simone Micheli. Presentato nella cornice della Sala Alessi di Palazzo Marino da Massimiliano Orsatti, assessore al turismo, marketing territoriale e identità del Comune di Milano, Town@House Street è stato definito «un nuovo modo di pensare al mondo dell’ospitalità e di concepire il rapporto fra la dimensione della ricettività e la città in un momento di crisi particolarmente sentita dai commercianti».

Privo di reception e completamente informatizzato il primo esempio di permanent hospitality space è posizionato in Via Goldoni 33, nel capoluogo meneghino, dove uno spazio commerciale sfitto è stato trasformato per dar vita a quattro suite fronte strada. «L’idea – come ha spiegato Rosso – è di riqualificare spazi urbani metropolitani degradati o abbandonati scardinando gli stereotipi dell’albergo canonico per fornire singole suite dotate di accesso indipendente controllato elettricamente da un videocitofono di nuova generazione attraverso la cui tastiera alfanumerica il cliente potrà digitare il codice della prenotazione effettuata online sul sito www.townhousestreet.com».

Del fornitore D-Link, citato in primis da Alessandro Rosso fra i technical sponsor del progetto, è la connessione broadband implementata nelle suite, dove oltre a un citofono di ultima generazione e al circuito di videocamere per la videosorveglianza su Ip, si affiancano anche i monitor Ldc di Sharp e i sistemi per la domotica della bresciana Ave. «L’obiettivo – ci ha spiegato il secondogenito del noto imprenditore turistico Franco Rosso – è di far sì che il meglio della tecnologia già in uso in casa propria sia fruibile anche in queste nuove dimensioni dell’ospitalità dove il leitmotiv è, e continua a essere, “a casa, lontanto da casa”».

Tolto che, in questo momento, a interessare di più per il progetto Town@House Street è la candidatura di negozi con almeno tre vetrine su strada, con una metratura minima di  30 mq e un posizionamento poco appetibile per un’attività commerciale, tre sono le modalità di partnership previste per i possessori di esercizi commerciali interessati a cogliere una nuova opportunità di business. «Una prima formula – spiega Rosso – prevede che il negoziante intenzionato a rimanere proprietario del suo punto vendita possa realizzare attraverso la nostra società gli investimenti che, diluibili in 5 anni, servono alla ristrutturazione degli spazi ideati. In questo caso, il proprietario incasserà il 50% dell’intera rendita lasciando a noi le relative spese correlate all’intera gestione delle suite. Una seconda strada percorribile passa attraverso la realizzazione di un contratto di affitto in formula alberghiera che, una volta decurtate le spese di ristrutturazione, prevede che al proprietario venga riconosciuto sia l’affitto dell’immobile che una percentuale sui ricavi. La terza e ultima formula consente al negoziante-imprenditore di diventare socio di partecipazione dell’intera iniziativa ricavando un guadagno su tutti gli esercizi commerciali trasformati in suite in qualsiasi città il progetto sarà realizzato».

Nuove opportunità per chi intende proporre soluzioni o servizi innovativi per il mondo dell’ospitalità di lusso si trovano letteralmente nel negozio “sotto casa”.

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