Con più prodotti e meno servizi l’ecommerce tiene botta

Il fatturato aumenta solo dell’1%, ma gli ordini crescono. E il rallentamento alla fine è colpa soprattutto di un paio di fallimenti

La crisi lascia i suoi segni anche sulle vendite online che rispetto alle scorso anno crescono appena dell’1%. Secondo i dati dell’Osservatorio realizzato dalla School of management del Politecnico di Milano, Som, per la prima volta il commercio elettronico abbandona la doppia cifra di crescita e si ferma poco sopra i 5,8 miliardi di euro.


Basata su oltre duecento casi di studio l’analisi della Som rileva che la sostanziale stabilità del fatturato è frutto della crescita degli ordini (+13%) e della riduzione del valore medio dello scontrino (-10%) con oltre il 60% dei player che dichiara un aumento delle vendite (2/3 ha una crescita superiore al 20%) e solo uno si cinque registra una diminuzione del giro d’affari che per il 4% supera il 20%. La stabilità del fatturato si spiega quindi con i fallimenti di Todomondo e Myair e l’integrazione di Airone e Volareweb in Alitalia.


Rispetto allo scorso anno si vendono un po’ più di prodotti e un po’ meno servizi. I primi infatti aumentano del 17% superando 1,1 miliardi di euro, mentre i secondi chiudono a 3,5 miliardi in calo del 2%.


I compratori online sono otto milioni pari al 19% degli utenti Internet. Pochini se confrontati con i 19 milioni francesi (54%), i 28 milioni britannici (70%) e i 33 milioni tedeschi (60%). Aldilà delle cifre assolute quello che rimane basso in Italia è il tasso di conversione. Se sei utente Internet non è scontato che sei anche un Web shopper.


Colpa anche della carenza dell’offerta che vede il turismo regnare sovrano con il 51% delle vendite (ma cala del 3%), seguito dall’informatica (10%), assicurazioni (8%), abbigliamento (6% con una crescita del 42% rispetto allo scorso anno). Bene anche l’editoria che nonostante valga solo l’1% del totale sale del 17%.


L’ecommerce italiano però non riesce a fare il salto di qualità. Le vendite all’estero infatti non decollano. Nonostante i Paesi europei abbondino di Web shopper le vendite oltre frontiera (prenotazioni alberghiere e abbigliamento, soprattutto) non vanno oltre il 16%. Risultati che si spiegano con la naturale propensione degli acquirenti su Internet a privilegiare i siti nazionali, solo il 7% in Europa acquista all’estero, e per il resto probabilmente con un insufficiente impegno da parte degli operatori. Il made in Italy, soprattutto quello gastronomico sul Web non sfonda e per l’abbigliamento bisogna in pratica ringraziare il successo di Yoox.

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