Con l’Srm le imprese mettono il turbo al supply management

Dalle relazioni con i fornitori dipende, in buona misura, la capacità delle imprese di reagire alle sollecitazioni di un mercato che diviene sempre più complesso. La collaborazione fiduciaria e l’integrazione affidata all’Xml e Web service delineano i contorni di un nuovo network

Dietro l’acronimo, come spesso accade per le locuzioni divenute ricorrenti, si affollano molteplici definizioni. È così anche per l’Srm, per esteso Supplier relationship management, facilmente traducibile come la gestione delle relazioni con i fornitori. Non un software nè una specifica piattaforma, piuttosto una filosofia di gestione che trova riscontro in un approccio votato alla collaborazione fiduciaria e all’integrazione trasparente tra partner, teso a migliorare flussi informativi, processi e transazioni sul fronte dell’approvvigionamento. Tutto deve poggiare su precisi presupposti architetturali, se è vero che l’Srm spazia dalle attività di ricerca e selezione strategica del fornitore al procurement, ivi inclusa l’analisi finanziaria, dall’effettivo rifornimento al controllo qualitativo e alla valutazione di feedback del partner commerciale. Spiega Romala Ravi, responsabile dei servizi di ricerca di Idc per la logistica e la supply chain: “Pur strettamente legato all’Scm, poiché riguarda la possibilità di migliorare il processo di fornitura aumentando l’efficienza e riducendo i costi, l’Srm non può essere semplicemente ricondotto a un suo sottosegmento. Piuttosto, rappresenta il principio che ne amplia i confini“. Come dire che l’Srm può prendere le mosse dalla fase di progetto corrispondente al Plm (Product lifecycle management) per abbracciare i processi di Supply chain planning ed execution, passando nel territorio delle applicazioni core dell’Erp (dalla gestione di magazzino a quella dei flussi finanziari) e del customer management. Non deve meravigliare se l’accento, già posto sugli strumenti di automazione della catena della fornitura e sui miglioramenti attesi dall’uso della tecnologia, si colloca con più enfasi sui fattori di relazione.


Valutazioni a tutto tondo

Del resto, alle imprese che operano in un contesto di forte competizione e di elevata pressione sui prezzi, proprio l’interazione sistematica con i fornitori può aiutare a contenere il costo dei prodotti. Comunque, in generale, una rete di approvvigionamento opportunamente costruita può permettere di puntare non solo alla qualità più alta al costo inferiore, ma anche a stringere rapporti grazie ai quali pianificare e compiere gli acquisti con la tempestività ed efficacia che il mercato richiede. “Un numero crescente di aziende – osserva Ravi – scopre di avere molto da guadagnare da rapporti di cooperazione con i fornitori e da un diverso modo di guardare al supply management, privilegiando alla consueta ricerca dei vantaggi a breve termine, relazioni durature impostate sul mutuo vantaggio” e lavorando, quindi, di comune accordo su tutto quanto si colloca tra la ricerca della fornitura e il pagamento. “Non si tratta soltanto – avverte Ravi – di installare applicazioni che scambino informazioni perché i partner sappiano cosa succede nelle aziende, ma anche di condividere i parametri di negoziazione dei contratti, coordinare i processi all’insegna di benefici comuni e valutare quanto ottenuto“. Un aspetto di valenza strategica, dal momento che solo una visione complessiva dei fornitori, non limitata al prezzo d’acquisto ma utilmente estesa al rispetto dei tempi di consegna, alla qualità delle merci, alla flessibilità e capacità di servizio, consente giudizi attendibili. La misura delle performance dei processi in gioco può anche portare alla codifica di best practice sulle quali poggiare gli automatismi dell’interazione fra le parti. L’ostacolo più rilevante alla collaborazione fiduciaria e all’integrazione trasparente, su cui si fondano le pratiche di Srm, sta nella gestione condivisa di informazioni prima tenute riservate, come quelle relative alle dinamiche di prezzi e costi. Sotto il profilo tecnologico, invece, non c’è bisogno di installare le medesime applicazioni. La capacità di realizzare l’integrazione si può affidare a Xml e ai Web service, che consentono di interagire senza vincoli di piattaforma. Quanto all’architettura, marketplace e portali possono insistere alla medesima stregua sulle fondamenta applicative di interrelazione per l’accesso a informazioni e processi di business, fermo restando che il collegamento sincrono tra Erp, supply chain e content management si alimenta con la piena collaborazione trasversale tra le funzioni delle rispettive organizzazioni, nonché grazie a metriche e obiettivi opportunamente allineati.

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