Con l’Agenzia Digitale risparmi per 36 miliardi di euro

Con l’istituzione dell’Agenzia Digitale, prevista dal Decreto Sviluppo, confluiscono in un unico ente compiti e responsabilità di agenzie different, in un’ottica di razionalizzazione e risparmio: l’opinione di Stefano Parisi, di Confindustria Digitale.

Con l’approvazione del Decreto Sviluppo, avvenuta venerdì scorso con la formula “salvo intese”, prende corpo l’Agenzia Digitale, la cui istituzione è contenuta nei 61 articoli che compongono il decreto.
Nell’Agenzia Digitale, ideata con un’idea di snellezza e agilità, confluiscono le funzioni di DigitPa e dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione; il compito assegnatole è importante: sviluppare l’Agenda Digitale e imprimere una direzione decisiva al Paese in materia di banda ultralarga, dematerializzazione, digitalizzazione del Paese.
Le responsabilità sull’Agenzia Digitale sono condivise tra il Presidente del Consiglio Mario Monti e i ministri Passera e Profumo, in carica rispettivamente ai dicasteri dello Sviluppo Economico e Miur, mentre la direzione sarà assegnata con incarico triennale dal Premier a una figura scelta fra una rosa di tre persone ”di comprovata qualificazione professionale” in materia di innovazione.

Soddisfazione per l’istituzione dell’Agenzia è stata espressa da Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale che così ha dichiarato: ”L’istituzione dell’Agenzia per l’Italia Digitale […]rappresenta un passo fondamentale per realizzare una governance efficace e razionale del processo di attuazione dell’Agenda digitale nel nostro Paese”. […]”Questo provvedimento potra’ avere effetti rilevanti non solo sulla crescita, ma anche nella direzione dello spending review. Oggi, infatti, l’azione delle Pubbliche Amministrazioni in materia di digitalizzazione e’ contraddistinta da una forte frammentazione, per cui si continua a spendere nell’informatizzazione di parti del sistema, scollegate tra loro, con scarsi ritorni di efficienza e di risparmio. […] Con l’ente unico, a cui sono demandate funzioni di coordinamento, di indirizzo e regolazione, si potranno raggiungere importanti obiettivi di razionalizzazione del sistema, come la piena condivisione e interoperabilita’ tra le banche dati e la messa a disposizione di soluzioni standard per tutte le amministrazioni pubbliche. Abbiamo valutato che con il completo ricorso all’-e-procurement per gli acquisti della Pa, con la digitalizzazione end to end delle procedure pubbliche, con il recupero dell’evasione fiscale grazie all’interconnessione delle banche dati e dei misuratori fiscali, si potrebbero ottenere, a regime, risparmi dell’ordine dei 36 miliardi di euro”.

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