Con il cloud il datacenter attualizza il valore d’impresa

Con Enrico Brunero di Dimension Data facciamo un viaggio nella “sala macchine” aziendale, fra Capex, Opex e cloud federati, e nel tempo, cercando di capire come è cambiata la professione del fornitore di soluzioni.

Per un Cio gestire un data center pare essere diventato il lavoro più oneroso in termini di responsabilità, operativa ed economica. Nella “sala motori” delle informazioni aziendali si giocano tutte le partite, di efficienza, efficacia e anche strategiche a cui un’azienda può partecipare oggi.

Con Enrico Brunero, Responsabile della Line of business Data Centre di Dimension Data, affrontiamo la grande tematica della gestione dei data center, alla luce degli ultimi sviluppi tecnologici e di organizzazione

I data center stanno ridiventando il centro nevralgico delle operation e sono oggetto di azioni di ottimizzazione. Segno che negli anni se ne è trascurato il peso o c’è dell’altro?

Osserviamo, piuttosto, uno spostamento di tale peso. È indiscutibile che gli It manager sono attualmente sotto pressione per rispondere ad ambiziosi obiettivi di controllo e riduzione dei costi dell’infrastruttura. Il consolidamento attraverso mature soluzioni di virtualizzazione ha reso possibile traguardare ritorni degli investimenti misurabili in mesi, liberando in questo modo parti del budget che è opportuno investire in servizi innovativi e in iniziative di ulteriore ottimizzazione dell’infrastruttura, atte a garantire migliori Sla e ulteriori step verso architetture basate sul paradigma del cloud computing.
Gradualmente, l’It da centro di costo sta riassumendo un ruolo strategico fortemente connesso agli obiettivi di business dell’azienda e, nel contempo, sta cambiando le proprie caratteristiche sotto la spinta di nuove architetture che stanno raggiungendo un buon livello di maturità.

Come impattano la virtualizzazione e il cloud computing sui datacenter e sulla vostra attività?

Potremmo definire il cloud come un percorso, un obiettivo per le aziende verso cui tendere. Attualmente, molte realtà stanno vivendo la prima fase di avvicinamento a questo traguardo ovvero l’adozione di soluzioni di consolidamento e virtualizzazione dei server. Si tratta di un primo passo che può preludere alla virtualizzazione dell’intera infrastruttura secondo il paradigma del private cloud così come ad una scelta di mixed/federated cloud.
Alla base di un processo di trasformazione del data center consideriamo particolarmente importante l’adozione di reti 10 Gigabit Ethernet e Fibre Channel over Ethernet, così come la scelta di nuove soluzioni server pensate per supportare al meglio il cloud, il tutto supportato da una matura piattaforma di virtualizzazione in grado di rendere veramente trasparente lo spostamento dei workload applicativi all’interno del data center aziendale così come verso l’esterno, cioè public cloud, senza nessun impatto sulla continuità di servizio.
Se la semplice virtualizzazione di alcuni server permette all’azienda di ottenere immediati risparmi in termini di energia e spazio fisico, l’adozione di soluzioni più ampie offre il vantaggio di un impatto positivo misurabile su Capex e Opex. Tra i risparmi misurabili rientrano, anche in ottica green, i consumi di energia, la riduzione degli spazi e la semplificazione del cablaggio, che si traduce anche nella riduzione dei rischi di guasto che possono impattare il data centre. La scelta di un ambiente mixed permette, inoltre, il dimensionamento dell’ambiente fisico in rapporto alle reali esigenze “medie” delle aziende che possono ora settare le infrastrutture a prescindere dai picchi di richiesta di risorse, momenti che possono essere gestiti grazie a risorse esterne in una logica pay-per-use.
La soluzione di un’infrastruttura interamente virtualizzata ed in outsourcing potrà rivelarsi la scelta privilegiata dalle aziende del segmento small business, che desiderano così delegare all’esterno i servizi It e la gestione delle applicazioni di cui necessitano in una modalità completamente pay-per-use.
Quanto è distante questo obiettivo? Difficile dirlo con precisione ma sicuramente non molto. Fra i fattori determinanti, sicuramente giocherà un ruolo determinante la disponibilità di servizi di public cloud. In ogni caso è sostanziale predisporre la propria infrastruttura It iniziando ora un percorso di trasformazione del data center che sia abilitante verso questo nuovo paradigma e che permetta fin da subito di ottenere risparmi misurabili e recuperando efficienza attraverso progetti di consolidamento, virtualizzazione, gestione integrata dei dati, evoluzione del networking in ottica unified fabric e ottimizzazione nella gestione.
Dimension Data supporta i sui clienti in tutto il ciclo della data center transformation, dalla identificazione degli obiettivi alla gestione completa, passando per l’implementazione della soluzione, la manutenzione multipiattaforma e la definizione dei processo necessari al raggiungimento degli Sla concordati.

Quali metriche di misurazione dell’efficienza proponete?

La misurazione dell’efficienza apre orizzonti ampi: dalla semplice constatazione del numero di server spenti e dello storage dismesso e consolidato a considerazioni sull’utilizzo delle risorse umane all’interno dell’azienda che, con ambienti più snello, possono essere dedicate a progetti di innovazione. Stabiliamo, di volta in volta, nuovi parametri a seconda delle esigenze dei clienti. Tra questi, il raggiungimento di obiettivi legati al service level agreement con l’utenza interna o esterna così come il superamento di limiti specifici della rete. Le aziende che dispongono un unico building, grazie all’adozione di un ambiente virtualizzato, possono, per esempio, creare un piano di disaster recovery appoggiandosi ad un’infrastruttura di cloud esterna. Altri elementi di valutazione possono essere la riduzione di costi legati agli spazi così come all’energia risparmiata, così come la riduzione dei costi generati dai tempi di deployment per rispondere ad un’esigenza di cambiamento del business.

Come e in quanto si attua una concreta politica di ottimizzazione dei datacenter?

Penso che, un approccio corretto debba prevedere obiettivi ampi che considerino il paradigma del cloud computing applicabile all’interno dell’ azienda così come estensioni verso soluzioni di public e mixed cloud. In Dimension Data, suggeriamo un percorso che prevede step intermedi come la virtualizzazione dei server e l’approccio unifed fabric per l’ammodernamento dell’infrastruttura di rete. In riferimento a quest’ultimo elemento, nel guidare i nostri clienti, ci appoggiamo a studi concreti sullo stato di obsolescenza e sicurezza della rete, come il Network Barometer, analisi che si basa sugli assessment delle reti dei nostri clienti che effettuiamo in tutto il mondo.
I passi successivi si muovono nella direzione della virtualizzazione dello storage, della gestione integrata del dato, soluzioni di virtualizzazione desktop che permettono effettivi risparmi sui costi operativi. In ogni fase, è poi auspicabile stabilire Service level agreement tra l’It e il business stesso dell’azienda, mostrando in questo modo come ogni step evolutivo stia portando significativi benefici, non solo in termini di risparmio sui costi ma soprattutto con salti qualitativi tangibili nel livello di servizio erogato.
Una volta creato un cloud interno all’azienda, il passo verso soluzioni di mixed o federated cloud è breve. Quanto ai tempi, possiamo parlare di mesi o anni in funzione della complessità e del punto di partenza. I tempi sono dettati anche dall’azienda stessa che può valutare quali workload applicativi desidera portare su cloud pubblico e quali tenere nel proprio cloud. E’ importante tenere presente che tutte le scelte sono anche reversibili senza alcun impatto forte sulla struttura, una volta adottato il paradigma cloud.

A chi spetta la valutazione di business della economicità di un datacenter?

Questa valutazione non spetta solo a chi gestisce l’It ma ai vertici aziendali, dal momento che l’impatto di queste scelte ricade anche sui processi e sull’organizzazione aziendale con risparmi in termini di Capex e Opex. Potenzialmente, i costi dell’It dovrebbero progressivamente evolvere da capex ad opex. In definitiva, in nostri interlocutori primari sono i responsabili della spesa complessiva dell’azienda a fianco delle diverse figure professionali titolari della gestione dell’infrastruttura.

Lei ha un lungo ruolino in aziende Ict, da Dec a Compaq, da Sun a Brocade. Come è evoluta nel tempo la sua professione? Come sono cambiati i suoi interlocutori?

Nella mia carriera professionale ho avuto modo di vivere in prima persona le diverse fasi attraverso le quali è cambiato e si è evoluto il data center ed ho assistito ai progressi di questo mercato. Gradualmente, l’evoluzione della tecnologia ha portato con sé la necessità di rivolgere la nostra attenzione a nuovi interlocutori, i responsabili della gestione delle spese e della strategia dell’azienda. Questo ha comportato una nuova strategia anche da parte del vendor e del system integrator, un’evoluzione da un approccio tecnologico a quello attuale, di più ampio respiro.
Sempre più frequentemente il punto nodale di discussione con i clienti si è centrato sulla capacità di supporto del partner e dei vendor nel continuo processo di adattamento dell’It al veloce cambiamento delle esigenze di business dell’azienda.
Questo ha portato a rendere più rilevanti e qualificanti aspetti che vanno oltre alla mera capacità operativa sulle tecnologie, cosa per altro comunque richiesta, portando in primo piano la capacità consulenziale nell’indirizzare le scelte architetturali più adatte a rispondere alle esigenze di flessibilità, adattabilità, crescita e controllo.

Lei è a capo di una nuova Lob dedita ai datacenter. Come è strutturata e con chi intende lavorare?

La nuova line of business va ad integrare la divisione dedicata alla network integration, il cuore dell’offerta di Dimension Data. Le risorse ad essa dedicate sono caratterizzate da competenze certificate in area networking, storage networking e virtualizzazione. L’obiettivo della nuova area di cui sono responsabile è guidare e supportare i nostri clienti lungo il percorso di progressiva adozione del cloud e, a questo fine, collaboriamo con i nostri partner strategici Cisco, Vmware ed Emc e, naturalmente, con altri vendor che riteniamo possano venire, di volta in volta, incontro alle specifiche esigenze, quali Microsoft, Dell ,Fujitsu, i più importanti brand in area security ed altri ancora.
Ritengo che, in un certo qual modo, la line of business dedicata alla data center & storage virtualization sia fortemente complementare alle ormai consolidate Lob Network Integration e Sicurezza. Basti pensare all’importanza dell’infrastruttura di rete nei moderni data center e della sicurezza come presupposto di una strategia data centre che si muova nella direzione del cloud computing.
È proprio fondando sull’esperienza in area networking e sulle competenze nella virtualizzazione e sullo storage che ci distinguiamo nella capacità di fornire servizi nella progettazione e nella gestione delle infrastrutture per valorizzare al meglio l’investimento in It dei nostri clienti e guidarli in un percorso evolutivo di data center transformation che abiliti più alti livelli di servizio e, in definitiva, la fruibilità di servizi di cloud.
Inoltre, il team dedicato alla divisione data center & storage virtualization si estende oltre i nostri confini geografici e possiamo contare sulla collaborazione con team europei e, più in particolare, con il Solution Center Emc che Dimension Data ospita e gestisce in Belgio, in cui sono presenti le più evolute soluzione integrate di virtualizzazione, basate sulle più recenti tecnologie di Emc, Cisco e Vmware.
Dimension Data Italia offre ai suoi clienti l’opportunità di toccare con mano queste soluzioni, anche da remoto, per demo di elevato livello di complessità.

Che tipo di rapporto predilige instaurare con il management delle aziende utenti?

Dimension Data svolge il ruolo di consulente e system integrator. La nostra mission è proporre soluzioni alle necessità dei nostri clienti e assisterli nell’evoluzione della loro infrastruttura It nell’ottica di un’innovazione funzionale al business delle aziende. Il presupposto di tutto ciò è un rapporto schietto, aperto e propositivo.

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