Con il c-commerce avanza la generazione Erp II

Dall’efficienza operativa interna all’azienda, l’accento si sposta sulla capacità di integrare i processi in un ambiente collaborativo condiviso con partner di business e clienti. Questo elemento, secondo Gartner, è destinato a trainare i due terzi della spesa di settore entro il 2005

Se è vero che le aziende vanno trasformandosi da organizzazioni integrate verticalmente in entità dove aree e fattori funzionali e strategici si ricombinano aggregandosi nell’ottica del core business a formare altrettanti nodi di una rete collaborativa, il tradizionale modello di Enterprise resource planning appare inadeguato e obsoleto non solo sotto il profilo architetturale, ma soprattutto in relazione alla capacità di supportare le attività d’impresa. Una convinzione, questa, fatta propria da Gartner allorché, due anni fa, coniò il termine Erp II. Non una semplice etichetta dietro la quale celare il pacchetto gestionale integrato riproposto in forma aggiornata e corretta, ma il sigillo di un nuovo stadio evolutivo, che lascia alle spalle l’ottimizzazione centrata su transazioni e processi interni per aprire la catena del valore alla collaborazione operazionale e di business tra i diversi partner. In una parola, al c-commerce.


Le informazioni circolano

Gli analisti di Gartner si attendono che la necessità di mettere in circolo informazioni critiche per l’azienda ai fini del collaborative commerce porti l’Erp II a soppiantare la precedente generazione di applicativi. Perché, in buona sostanza, gli si riconosce il ruolo di fattore abilitante per l’efficienza dei processi intra-aziendali ed inter-aziendali. Il passaggio è chiaro: se l’Erp ha reso disponibile tutto il patrimonio informativo esistente e in progress alle varie aree funzionali attraverso l’intera organizzazione, col risultato di una migliore operatività, l’Erp II provvede a estendere la circolazione delle informazioni agli interlocutori esterni, clienti e partner commerciali, con benefici effettivi in termini di servizio e conseguente fidelizzazione. Non è un caso, allora, se il mercato evidenzia due tendenze primarie: da un lato la crescente domanda di soluzioni verticalizzate per settore industriale, dall’altro la sempre più forte richiesta ai fornitori di Erp di includere all’interno dei propri pacchetti le funzioni di Supply chain management, e-procurement e Customer relationship management. Il team di ricerca del Gartner non ha dubbi e prevede che entro il 2004 i primi cinque vendor della classifica per fatturato saranno fornitori di Erp II. E anche gli altri, allora, si staranno riconvertendo, forzati a questo dall’affermarsi del c-commerce e, nondimeno, da budget per la ricerca e sviluppo piuttosto ridotti.
La nouvelle vague tecnologica sembra annunciarsi interessante anche per il segmento delle piccole e medie imprese, tradizionalmente restie ad adottare soluzioni dimensionate in origine per la struttura e le risorse organizzative delle grandi aziende. E pare altresì allargare lo spettro applicativo, considerando che il dominio del tradizionale Erp si concentra sulle aziende di produzione, attorno ai cardini consueti dei processi di lavorazione, distributivi e finanziari, mentre il focus dell’Erp II si estende all’intero novero delle aree funzionali con un approccio trasversale e specifico per i differenti settori, non solo manifatturieri. Così, per esempio, alle utility che necessitano di gestire poche risorse costose e soprattutto una clientela formata da milioni di soggetti, l’Erp II promette di colmare le lacune tipiche di sistemi concepiti per il manufacturing e poi piegati ad altre applicazioni.
Differenze evidenti vengono sottolineate dal confronto architetturale tra i due modelli, l’uno disegnato attorno alla pianificazione e alla gestione puntuale delle scorte nonché votato al controllo dell’impresa, l’altro concepito per una collaborazione tesa a massimizzare il valore del network intra e inter-aziendale. A un prodotto monolitico, pressoché chiuso seppure abilitabile a Internet, si contrappone una struttura intrinsecamente aperta alle transazioni via Web e, soprattutto, costruita come integrazione di molteplici componenti. Ciò che dovrebbe rappresentare un chiaro elemento di vantaggio, visto che i tradizionali Erp (specie i pacchetti internazionali) hanno spesso posto elevate barriere di accesso rispetto ai costi iniziali, ai tempi di implementazione, alla complessità di gestione nonché all’effettivo ritorno degli investimenti. L’architettura a componenti dell’Erp II, secondo gli analisti di Gartner, permette di evitare l’approccio Big Bang e altresì di far fronte alla spesa in più fasi, selezionando all’interno di un set gli oggetti che servono, sulla base della criticità dei singoli processi.
Stando alla società di ricerca, a spingere sulla diffusione degli Erp II, è la crescente necessità di cooperare all’interno di uno stesso gruppo di interessi, man mano che il collaborative commerce prende piede. Il pensiero corre, allora, alle imprese dei sistemi locali, distretti industriali in primis, e alla loro esigenza di dare impulso alle reti di relazioni su cui poggiano il proprio business.


I processi fuori dall’azienda

La previsione di Gartner è che nel giro di un triennio la spesa in soluzioni Erp trainata dalla creazione di un contesto collaborativo per l’azienda, oggi inferiore al 10% del totale, possa attestarsi oltre il 65%. Non solo perché i confini tra impresa e partner si vanno facendo sempre più sfumati, ma anche perché la valenza associata al collaborative commerce tende a spostare l’attenzione sui processi di business anche al di fuori della singola azienda. Non v’è dubbio che una simile integrazione della catena del valore possa tradursi in una maggiore trasparenza delle informazioni, velocizzando il processo decisionale e riducendo altresì i tempi di risposta. Questo significa, in particolare, fare adeguata leva sull’interscambio di conoscenza che può avvenire con i partner e i clienti rispetto alle loro necessità, alle specifiche richieste e alle preferenze, innestando un circolo virtuoso destinato ad accrescere il vantaggio competitivo.
Sotto il profilo tecnologico il paradigma dell’Erp II richiede la riduzione a componenti del software e la successiva integrazione delle numerose parti che semplificano la cooperazione tra l’azienda e i suoi interlocutori nel contesto dei diversi canali di mercato. Per questo è proprio del nuovo modello un elevato grado di interfacciabilità e interoperabilità.
Inutile sottolineare come l’Erp II implichi un profondo cambiamento culturale. Infatti, non solo pone al centro dell’interesse aziendale il cliente, unificando i punti di contatto tra le imprese del network collaborativo, ma fissa anche i presupposti per la creazione di uno spazio virtuale che si trasforma in una rete distribuita di conoscenza. Da alimentare con il catalog/content management, i sistemi di automazione della forza vendita, il Crm analitico, nonché con gli strumenti di Supply chain e di Knowledge management.

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