Comunicazione sicura allo Iulm

L’ateneo milanese ha incrementato l’efficienza dei sistemi antivirus e di backup mantenendo la user experience a cui gli studenti erano abituati

Tra la sede milanese e quella distaccata a Feltre (Bl), sono oltre 6.000 gli studenti che frequentano lo Iulm (Libera Università di Lingue e Comunicazione) e che possono disporre di un’infrastruttura informatica composta da 1.200 postazioni client (dislocate nelle aule, in biblioteca e negli uffici), gestite da una cinquantina di server sia fisici che virtuali, basati su una architettura completamente ridondata.

«Garantire la sicurezza del nostro ambiente It per noi è sempre stata una priorità– assicura Vittorio Vegetti, direttore dei sistemi informativi e nuovi progetti dello Iulm -. A livello di antivirus, per la nostra rete locale su dorsale in fibra ottica, da tempo ricorriamo a Symantec. Un paio d’anni fa è nata l’esigenza di incrementare l’efficienza del sistema antispamming e, nel contempo, di migliorare le performance dei sistemi di backup e recovery, soprattutto per quanto riguarda la posta elettronica, andando a sostituire soluzioni diventate obsolete. Abbiamo, quindi, deciso di prendere in esame due prodotti del medesimo vendor, Brightmail Gateway, per la messaggistica, e Vault, per l’archiviazione delle e-mail e delle informazioni non strutturate, anche al fine di razionalizzare il parco dei nostri fornitori. Dopo un’attenta valutazione e una fase di test, abbiamo verificato la validità di tali software, dei quali abbiamo apprezzato l’impatto minimale nella fase di delivery».

Migliorato il filtering in ingresso

Brigthmail Gateway ha permesso all’Università Iulm di migliorare il filtering dei messaggi in ingresso, il 97,5% dei quali è rappresentato da virus o spam, nonché di alleggerire i carichi di lavoro dell’amministratore, poiché oggi è l’utente stesso che può controllare se ci sono mail in quarantena di suo interesse. Su una media quotidiana di circa 125.000 mail in ingresso, poi, il 97,5% è rappresentato da virus o spam, e viene bloccato dal prodotto, mentre solo il 2,5% dei messaggi viene considerato “clean” dal sistema e consegnato al destinatario, con falsi positivi praticamente nulli. Un’altra tematica abbastanza delicata per l’ateneo era quella dell’archiviazione della posta elettronica.

«Difficilmente gli utenti cancellano o archiviano i messaggi dalla casella di posta elettronica che viene loro attribuita – dice ancora Vegetti -. Tenuto conto che noi non limitiamo la disponibilità di spazio, come in genere avviene nelle aziende, le caselle tendevano a diventare troppo pesanti, rallentando il sistema, mentre dati poco rilevanti andavano a occupare spazio su dischi dalle performance elevate.

Avendo deciso di non modificare le policy, che sapevamo avrebbero creato più problemi che altro, abbiamo cercato una soluzione di archiving in grado di rispondere alle nostre esigenze. L’obiettivo era quello di incrementare le performance di backup e recovery senza impattare sulla user experience degli utenti, e i risultati ci hanno dato ragione. Gli utenti non vedono l’e-mail come archiviata, c’è solo una icona diversa su cui cliccare, se e quando necessario, per andare a recuperare le mail obsolete, archiviate automaticamente».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome