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Come usare Continuity, la funzione che sincronizza iOS e OS X

Man mano che i dispositivi iOS si sono trasformati da mezzi per consumare contenuti a strumenti di produttività, Apple ha cercato di potenziare l’integrazione di iOS con OS X dandosi come obiettivo uno scenario in cui fosse possibile trasferire il proprio lavoro da un device iOS a un Mac e viceversa senza problemi. Questo processo è stato portato avanti per passi successivi e da iOS 8 in poi ha preso il nome di Continuity.

Continuity non è una tecnologia unica, è un insieme di funzioni integrate direttamente nei due sistemi operativi che, combinate tutte insieme, realizzano lo scenario previsto da Apple. Per fare qualche esempio pratico, con Continuity possiamo ricevere sullo smartphone un messaggio di un amico che ci segnala un certo sito web, aprirlo su Safari Mobile su iPhone e tornati al Mac dell’ufficio o di casa ritrovare il “suo” Safari desktop che carica la medesima pagina. O ancora, possiamo iniziare a scrivere un documento di Pages o un messaggio di posta elettronica con Mail mentre siamo davanti al Mac di casa, continuare su un iPad mentre ci spostiamo verso l’ufficio e terminare il lavoro sul Mac del lavoro. E Continuity prevede anche operazioni più curiose, come rispondere su un iPad a una chiamata telefonica ricevuta in realtà da un iPhone.

Ciò che accomuna queste funzioni è una concezione del “lavoro” – in un senso lato che comprende molte attività non necessariamente tutte produttive – come flusso continuo tra iOS e OS X che favorisce chi usa sia iPhone o iPad sia Mac.

Cosa c’è dietro

Le funzioni che rientrano sotto l’ombrello di Continuity sono quattro: Handoff, il passaggio delle telefonate tra iPhone e iPad o Mac, l’integrazione degli SMS in iMessage e Instant Hotspot. Per capire meglio le possibilità di Continuity è opportuno fare un passo indietro e vedere quali sono le sue basi tecnologiche, che ne delimitano in parte il raggio d’azione. Tutte le funzioni che abbiamo elencato prevedono un qualche passaggio di dati tra un dispositivo iOS e un Mac: questo richiede che i due dispositivi si “vedano”, riconoscano di avere qualcosa che possono scambiarsi, eseguano questo trasferimento e lo facciano in maniera sicura. Il che vuol dire, ad esempio, evitare di trasferire la nostra bozza di documento a qualcun altro anche se ha un Mac come il nostro nelle vicinanza.

La tecnologia con cui i device si riconoscono fra loro e segnalano di avere qualcosa da scambiare è Bluetooth, per la precisione la versione 4 definita anche LE (Low Energy). Questo significa che i dispositivi coinvolti devono tutti supportare Bluetooth 4 LE ed essere nel suo raggio d’azione. Il trasferimento delle informazioni avviene invece in Wi-Fi, sia per ragioni di sicurezza (Bluetooth è più intercettabile del Wi-Fi) sia per la sua maggiore velocità. Questo impone che i dispositivi siano connessi alla medesima rete Wi-Fi. Il sistema adottato da Apple per garantire che i nostri dati transitino solo sui nostri dispositivi è verificare a che account iCloud essi sono associati: il trasferimento delle informazioni può avvenire solo tra due device registrati al medesimo account. L’associazione all’account deve essere attiva nel momento in cui i dispositivi si riconoscono, quindi se per qualche motivo abbiamo scollegato un device dal nostro account questo non potrà partecipare alle funzioni di Continuity.

Dal punto di vista hardware l’unico requisito di sistema importante è la compatibilità con Bluetooth 4 LE, che per i dispositivi iOS richiede come minimo un iPhone 5, un iPad di quarta generazione o un Air, un iPod touch di quinta generazione e che nei Mac è presente da metà/fine 2012 a seconda dei modelli. Per verificare se un Mac supporta Bluetooth 4 LE lanciamo il System Profiler (Menu Mela > Informazioni su questo Mac e clic su Resoconto di sistema), selezioniamo Hardware > Bluetooth dalla barra laterale sinistra e verifichiamo che la voce Handoff supportato sia .

Lato software i requisiti sono molto semplici: i dispositivi coinvolti devono avere iOS in versione almeno 8.1 e OS X 10.10 Yosemite oppure 10.11 El Capitan.

Handoff

Handoff continuity
In OS X l’app che si può attivare in Handoff è mostrata in una sezione specifica del Dock

Handoff è la funzione più nota e d’effetto di Continuity. Quando su un dispositivo iOS abbiamo aperta un’app che sta gestendo un contenuto (ad esempio Safari ha aperta una pagina web o Pages ha caricato un documento), il dispositivo comunica questo “stato” via Bluetooth. Se in prossimità ci sono un altro dispositivo iOS o un Mac che sono collegati al medesimo account iCloud e hanno installata la stessa app, essi segnalano la possibilità di prendere in carico il contenuto del primo dispositivo. Su un device iOS vediamo nella schermata di blocco una piccola icona stilizzata dell’app coinvolta: trascinandola verso l’alto attiviamo l’app in locale, che contestualmente riceve i dati su cui stava lavorando il primo device. Su un Mac vediamo invece l’app in una sezione separata del Dock. Sia in iOS sia in OS X l’app che può ricevere un documento appare anche nel Task Switcher: selezionandola la si apre con il contenuto trasferito. Handoff funziona anche da Mac verso un dispositivo iOS, con le stesse modalità.

È importante tenere presente che non basta aprire un’app perché questa sia considerata da Continuity come in grado di trasferire contenuti: bisogna che l’app stia effettivamente gestendo qualcosa e comunichi la sua disponibilità a trasferire le informazioni su cui sta lavorando. Handoff infatti è implementato non solo a livello di sistema operativo ma anche di singola applicazione, motivo per cui per alcune app funziona e per molte altre no. Sono gli sviluppatori a dover integrare la funzione nei propri software indicando quali operazioni (tecnicamente le user activity) possono passare da un dispositivo all’altro. Ad esempio, Handoff non si attiva se diamo il comando Apri in Pages e guardiamo semplicemente l’elenco dei file disponibili, bisogna effettivamente aprirne uno.

Handoff funziona sempre perfettamente? Con gli ultimi aggiornamenti di iOS e OS X, quasi sempre. A volte sembra non funzionare ma in realtà non abbiamo ancora lanciato una user activity riconosciuta o manca qualcuno dei requisiti per la comunicazione (Bluetooth attivato, connessione alla stessa rete Wi-Fi…). L’unico problema che ogni tanto si ripresenta è che due dispositivi non riconoscano di essere associati al medesimo account iCloud (è un problema più di iCloud che di Handoff). In questi casi di solito basta eseguire un logout e un login dal nostro account.

È ovvio poi che Handoff deve essere attivo su tutti i dispositivi interessati. Di solito la funzione è attivata di default, sui dispositivi iOS è in Impostazioni > Generali > Handoff e app consigliate, in OS X è Preferenze di Sistema > Generale > Consenti Handoff tra questo Mac e i tuoi dispositivi iCloud.

Comunicazione trasversale

Nell’ambito di Continuity rientrano come accennato due funzioni collegate alla comunicazione, ossia il passaggio delle telefonate tra iPhone e iPad o Mac e l’integrazione degli SMS in iMessage. Nel primo caso lo snodo della comunicazione è FaceTime, tanto che il passaggio funziona solo tra dispositivi (OS X o iOS) su cui è stato effettuato l’accesso a FaceTime usando lo stesso account iCloud. Siccome questo non è sempre vero, specie per i Mac, meglio verificarlo nelle Preferenze di FaceTime per OS X e in Impostazioni > FaceTime per iOS. Attraverso FaceTime i dispositivi connessi a una medesima rete Wi-Fi sostanzialmente condividono le chiamate telefoniche, anche se a eseguirle e riceverle è solo l’iPhone: iPad e Mac attivano sessioni di voce su IP via Wi-Fi verso di esso. Questa condivisione deve essere attivata: su iOS è l’opzione Impostazioni > FaceTime > Chiamate da iPhone, in OS X è sempre nelle Preferenze di FaceTime ed è l’opzione Chiamate da iPhone.

Quando sull’iPhone arriva una chiamata, dopo un paio di squilli suonerà anche il nostro iPad e sullo schermo del Mac apparirà una notifica. A questo punto si può rispondere – e allora quella che usiamo è la stessa interfaccia di FaceTime Audio – oppure rifiutare la chiamata o inviare un messaggio di testo a chi chiama, direttamente dal Mac o dall’iPad. Quando questa propagazione delle chiamate non è opportuna possiamo disattivare le opzioni descritte per i dispositivi che vogliamo escludere.

Mac e iPad possono anche avviare chiamate: da FaceTime selezioniamo il contatto da chiamare e l’applicazione baderà a lanciare la chiamata attraverso l’iPhone.

L’integrazione di SMS e MMS nell’app Messaggi funziona in maniera simile ma con iMessage come snodo invece di FaceTime, quindi tutti i dispositivi coinvolti devono avere iMessage attivo e associato al medesimo account iCloud. Fatto questo bisogna, su iPhone, portarsi in Impostazioni > Messaggi > Invia e ricevi e dare un segno di spunta al nostro numero di telefono e al nostro account iCloud nella sezione Puoi ricevere messaggi iMessage su. Poi portiamoci in Impostazioni > Messaggi > Inoltro messaggio di testo e attivare i dispositivi che vogliamo ricevano i messaggi. Su quelli attivati apparirà un codice numerico che va inserito sull’iPhone, in un pannello specifico che sarà apparso nel frattempo. A questo punto l’applicazione Messaggi può gestire anche gli SMS e gli MMS che normalmente non rientrano nella rete di iMessage.

 

Applicando n° 353 – Dicembre 2015

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