Come superare i limiti oggettivi della virtualizzazione desktop

Un’indagine inglese commissionata da DataCore Software rivela che ci si riesce laddove si limita il crescere dei costi di storage e la spesa per funzionalità aggiuntive.

DataCore Software ha commissionato una ricerca sui manager It per valutare la fattibilità di infrastrutture per desktop virtuali (Vdi) capaci di operare economicamente e con successo in ambienti di dimensioni contenute.
L’indagine è stata realizzata intervistando quasi 200 It manager britannici, due terzi dei quali impegnati in aziende con meno di 500 dipendenti.

I ricercatori hanno scoperto che la maggior parte degli intervistati ha compreso che concettualmente l’adozione di una Vdi permette di abbassare i costi di possesso e la complessità degli aggiornamenti, tagliando il supporto e aumentando la longevità dell’hardware esistente. Ma, anche, la Vdi è stata percepita come una soluzione troppo complessa da adottare e che richiede una quantità tale di storage che la maggior parte delle medie imprese non è in grado di adottare.

In base alla ricerca inglese il 15% delle organizzazioni con meno di 100 utenti aggiorna i desktop quando necessario senza pianificarlo in bilancio.

La riduzione dei costi totali di possesso dei desktop è una delle aspirazioni maggiormente citate dagli intervistati (40%), seguita da vicino dalla riduzione delle attività di supporto (39%).

La riduzione dei costi di aggiornamento “una tantum” dei desktop è stata citata dal 27% degli intervistati; il 26% ha parlato di maggiore sicurezza e il 22% di una migliore esperienza d’uso; il desiderio di poter avere un maggiore controllo degli utenti si rivela importante per il 19% degli interpellati.

Il 12% degli intervistati sostiene che, pur avendo raggiunto i propri obiettivi nell’adozione della Vdi, i costi complessivi sono rimasti sostanzialmente gli stessi; e l’8% ha affermato che nonostante una riduzione dei costi dei desktop, sono aumentati quelli relativi a server e storage.
L’aumento dei costi di storage ha assorbito l’11% del loro investimento.

L’adozione della Vdi, insomma, patisce alcune resistenze: si ritiene che i costi iniziali siano molto elevati a causa della necessità di implementare un’infrastruttura di software specializzata in grado di supportare le prestazioni e l’elevata disponibilità in ambienti di produzione; si apprezza il fatto che le Vdi possano abbassare il costo totale di possesso a livello di desktop, ma ci si preoccupa per i possibili costi extra, come quelli relativi allo storage; a causa dei modelli di pricing imposti dai fornitori, tipicamente concentrati sulle imprese di grandi dimensioni, le economie di scala promesse non siano automaticamente replicabili in ambienti con 100-200 postazioni di lavoro.

Per superare l’empasse DataCore suggerisce l’impiego di DataCore Vds 2.0, soluzione progettata proprio per semplificare e rendere conveniente l’adozione di desktop virtuali stateful sin da ambienti con 25 postazioni.

La nuova versione ottimizza le prestazioni per velocizzare i tempi di risposta e comprende una nuova opzione di Hot Standby per la protezione dei server Vdi; il supporto per l’accesso Single Sign-On e per Active Directory; disponibili nuove procedure guidate, modelli e strumenti per ottenere un livello di integrazione più elevato con le piattaforme Vdi e Windows Server 2012 di Microsoft e i loro servizi di erogazione e di desktop remoto.

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