Come sta il Software Defined Storage

DataCore ha presentato i risultati della quinta edizione della sua indagine annuale sullo Stato del Software-Defined Storage (SDS).

Il sondaggio 2015, realizzato ad aprile, ha analizzato l’influenza dell’SDS sulle organizzazioni di tutto il mondo, raccogliendo informazioni dall’esperienza di 477 professionisti IT che stanno attualmente utilizzando o valutando l’SDS con l’obiettivo di superare le criticità legate allo storage dei dati.

I risultati, derivanti da aziende appartenenti a settori industriali differenti che gestiscono carichi di lavoro di ogni tipo, offrono spunti di riflessione sorprendenti.

L’indagine ha anche sondato il tema dei livelli di spesa legati ai temi caldi del momento, come i Big Data, l’object storage e OpenStack. Idati hanno evidenziato che nel 2015 i finanziamenti stanziati per queste voci sono stati bassissimi. Un deludente risultato che può essere parzialmente giustificato dall’elevato numero di persone che nel corso dell’indagine hanno espresso disillusione.

D’altro canto, il report di quest’anno rivela numerosi elementi a favore dell’implementazione del Software-Defined Storage: il 52% degli interpellati si aspetta che l’SDS possa allungare la vita utile degli asset di storage già presenti in azienda e garantire il funzionamento dell’attuale infrastruttura di storage anche in futuro, integrando facilmente eventuali nuove tecnologie. Quasi metà delle persone che hanno risposto al sondaggio cerca nell’SDS la possibilità di non essere vincolata a uno specifico produttore di storage, abbassando così i costi dell’hardware scegliendo tra fornitori diversi.

Operativamente, gli interpellati vedono l’SDS come un modo per semplificare la gestione di dispositivi di storage di tipo diverso automatizzando le operazioni più frequenti o complesse. Si tratta di risultati notevolmente diversi dal passato, perché oggi l’indagine mostra un chiaro incremento nella percezione dei benefici economici generati dal ricorso all’SDS(riduzione delle spese in conto capitale), che vanno ad aggiungersi ai risparmi sulle spese operative già evidenziati negli scorsi anni.

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