Come rendere più trasparente il cloud

Grazie all’Application Performance Management, che permette anche di accelerare il ROI. Ecco come.

Le aziende si aspettano parecchi benefici quando scelgono il cloud: vogliono ottenere una maggiore agilità di business, significativi risparmi e, naturalmente, una redditività maggiore. Per Emanuele Cagnola, APM Sales Director di Compuware, non va sottovalutato come la chiave per ottenere questi vantaggi, da diversi punti di vista, sia in realtà un’attenta gestione delle prestazioni delle applicazioni: l’APM (Application Performance Management).

Recentemente si è discusso molto su quale sia il ruolo dell’APM negli ambienti cloud pubblici, in particolare per quanto riguarda la necessità di garantire il livello e la consistenza nell’utilizzo delle applicazioni da parte degli utenti finali.
Il cloud, spiega Cagnola, da questo punto di vista non è trasparente perché i clienti che lo utilizzano hanno poca visibilità e comprensione rispetto ai meccanismi interni e alle decisioni prese dai loro cloud service provider in termini di capacity management.

Il solo modo di sapere se gli utenti stanno utilizzando le applicazioni in modo rapido e affidabile è misurare le prestazioni dalla vera prospettiva dell’utente finale stesso, dall’altra parte del cloud, e utilizzare queste informazioni come base per definire e sostenere le performance delle applicazioni secondo determinati SLA.

Nello scenario attuale, che vede un’interazione continua tra ambienti differenti, per Cagnola è indispensabile adottare strumenti di diagnostica end-to-end che agiscano in profondità, per identificare la fonte dei problemi prestazionali e poter capire se una criticità avviene nel cloud, sul proprio datacenter o coinvolge un diverso elemento della catena di distribuzione delle applicazioni.

I benefici dell’APM
Molte aziende, osserva, hanno ottenuto ottimo risultati adottando l’APM per garantire prestazioni elevate e velocità alle applicazioni nel cloud.
Una volta raggiunto questo obiettivo devono però saper guardare più avanti e cogliere gli ulteriori benefici che l’APM può abilitare in ambito cloud, in virtù della sua capacità di assicurare una comprensione migliore dei meccanismi interni delle applicazioni cloud-based.

Il segreto dell’Apm di nuova generazione nel cloud, spiega Cagnola, si trova nella capacità di ottimizzare la struttura dei costi delle applicazione cloud-based, che, come le prestazioni delle applicazioni, si ripercuote in modo diretto sul ROI dei progetti cloud.

A un certo punto non si tratta più solo di rendere le applicazioni più veloci ma di rendere le applicazioni più efficienti dal punto di vista dei costi, aspetto che deve essere preso in considerazione in ogni fase del processo di sviluppo applicativo.

Come si può fare
Cagnola fa l’esempio della funzionalità di ricerca su un sito internet: perché offra i risultati migliori è necessario ottimizzarla ed evitare così che gli utenti debbano ripetere la ricerca 5 o 6 volte prima di trovare quello che cercano.
Questo aspetto, che può essere considerato una semplice ottimizzazione funzionale, implica in realtà anche una riduzione dei costi operativi, perché nel cloud a ogni transazione corrisponde un valore economico collegato.

Meno accessi al database, più efficienza
Diminuire le call di accesso al database per le operazioni di ricerca, anche non rendendo la ricerca di per sé il più veloce possibile, permette di risparmiare denaro.
Questo, rivela Cagnola, perché la maggior parte dei cloud provider caricano le operazioni su base singola, ad esempio per query SQL.

Ottimizzare il numero di SQL potrebbe risultare più conveniente in termine di riduzione dei costi addirittura del risparmio in termini di CPU.

Analizzando le operazioni nel cloud con questa logica, secondo Cagnola le imprese possono superare il semplice aspetto legato all’ottimizzazione delle risorse e andare direttamente al centro del problema: l’ottimizzazione dei costi.

Di fatto in un cloud pubblico non ci preoccupiamo, infatti, dell’utilizzo delle risorse ma del vero risultato finale in termini di corretta applicazione degli SLA e l’efficienza dei costi.

Un altro esempio simile è quello processi di acquisto online. Vi sono elementi che implicano un consumo intenso di risorse nel cloud, come ad esempio video descrittivi o le immagini dei prodotti, sui quali gli utenti si soffermano a lungo?
Come si ripercuotono sui costi nel cloud?

Capire il costo transazione
Le aziende devono poter conoscere la struttura di costo di una transazione e quanto può generare in termini di ricavi economici per definire delle priorità, in modo che le transazioni che portano a generare valore vengano ottimizzate sia dal punto di vista funzionale sia economico.

Molti ritengono che i principali vantaggi nel passaggio al cloud pubblico vadano ricercati nella maggiore flessibilità e scalabilità, che consentono di superare l’approccio tradizionale al capacity planning e la necessità di prevedere un investimento consistente già prima di avviare un progetto.

Nel nuovo scenario le aziende possono scegliere di aumentare la dimensione dei loro ambienti mano a mano che aumenta il carico di lavoro da supportare.
Questa maggiore scalabilità comporta però anche uno svantaggio: una pianificazione delle capacità sovra-consumo che avviene facilmente quando non si pone un limite fisso e può comportare il superamento dei costi stimati in precedenza.

Oggi è ancora più importante capire come gli utenti interagiscono con un’applicazione e come l’applicazione gestisce il carico di lavoro.
Non avere queste informazioni significa navigare nel buio dal punto di vista operativo.

In sintesi, per Cagnola la gestione dell’esperienza end-to-end permette di comprendere il comportamento dei nostri utenti e come le prestazioni influiscono sul business dell’azienda.
In uno scenario cloud pubblico però questo aspetto dell’APM rappresenta solo una faccia della medaglia e sarà necessario unire la soddisfazione delle aspettative degli utenti in termini di applicazioni affidabili e veloci con una corretta analisi e riduzione dei costi.
Solo tenendo presenti entrambi questi aspetti potremo avere successo e migliorare le prestazioni dell’azienda sfruttando le potenzialità che il cloud computing abilita.

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