Come muoversi in Cina La ricetta di Etnoteam

La società ha deciso di proporre sul mercato asiatico la propria offerta di Vas mobili, appoggiandosi a 21 Communications

Il primo passo che Etnoteam ha fatto per iniziare a operare in Cina è stato quello di contattare la Baum di Antonio Fazio, che ha una struttura apposita per supportare il landing in Cina, e di chiederle una consulenza sulle mosse da fare. «La Baum ci ha presentato almeno una decina di partner, tra i quali abbiamo selezionato la 21 Communications, con sede a Schangai e uffici anche a Pechino, che oggi è il nostro branch operativo in Cina – ci spiega Valentino Bravi, amministratore delegato di Etnoteam -. La nostra mossa ha come primo obiettivo quello di poter iniziare a competere sul mercato cinese, viste le grosse potenzialità che si prospettano, con un’offerta di servizi mobili a valore aggiunto, appoggiandoci a partner cinesi, come appunto 21 Communications, che già presidia il mercato e ha solide relazioni con China Mobile e China Unicom».


«Questo modo di procedere – sottolinea a sua volta Paolo Costa, Business International manager e responsabile per l’area New Markets di Etnoteam – dovrebbe aiutarci ad accelerare il processo di accreditamento in un mercato dove non siamo conosciuti, per cui oggi pensiamo di veicolare la nostra value proposition attraverso partner locali, iniziando con 21 Communications, che però in prospettiva non sarà l’unico. Ma un’ulteriore spinta a essere presenti in Cina ci viene anche dal voler seguire con più attenzione i nostri clienti italiani, che già operano sul territorio. Infatti, abbiamo iniziato un’azione di comunicazione nei loro confronti, in modo che sappiano che oggi li possiamo supportare anche in Cina, in quanto abbiamo dei partner che sono in grado di gestire in loco specifiche problematiche, come, per fare un esempio, localizzare il sito Internet in versione cinese».


Come osserva Costa, una procedura in apparenza così semplice, è in realtà molto complicata in Cina per una serie di ragioni legate alla modalità con cui il Governo locale controlla gli accessi degli utenti di Internet dalla Cina a server che sono fuori dal paese. Per questo oggi Etnoteam è in grado di fornire ai clienti l’hosting del server in Cina.


«Attualmente il focus della nostra offerta – spiega Costa – è rappresentato dai Vas mobili, rivolti in particolare alle tre generazioni di rete mobile attualmente presenti. Al momento, però, in Cina è implementata una rete 2G, il che significa che a livello di Vas non ci si può certo sbizzarrire. Però in alcune aree vicine alle grandi città esiste anche una rete a 2,5 G, cioè Gprs, che consente di offrire servizi più evoluti, come gli Mms (Multimedia messaging service, ndr), o addirittura l’accesso a contenuti attraverso portali Wap. Però quello che più ci interessa in prospettiva, è che nella primavera del 2006 il Governo cinese assegnerà le licenze dell’Umts. Ci si aspetta che vengano assegnate tre licenze, due ai principali operatori attualmente presenti, che sono China Mobile, che oggi ha 240 milioni di Sim attive, e China Unicom, che ne ha 170 milioni, mentre per la terza licenza, visto che ci sarà molto interesse a livello internazionale, la nostra strategia consiste nel fare un’offerta molto specifica e differenziata. In particolare, stiamo lavorando sulla costruzione di determinate tipologie di servizi e di contenuti, che possiamo portare solo noi e che non ci sono ancora. Il senso di fondo di questa operazione è che in Italia, a livello di servizi di telefonia mobile, abbiamo fatto un’eperienza molto valida, per cui assieme al Giappone e alla Corea ci riteniamo tra i più avanzati. Però come concorrenza temiamo più quella coreana, in quanto è tra le nazioni più vicine alla Cina anche dal punto di vista culturale».


E per capire quali sono le cifre in gioco, oggi il mercato dei Vas mobili in Cina vale 1,5 miliardi di dollari e la proiezione di crescita media per i prossimi tre anni è superiore al 25/30%.

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