Come funziona la Smart Card

Carte di credito con processore, SIM, card per Pay TV e carte dei servizi sono tipici esempi di una tecnologia in progressiva diffusione

giugno 2005 L’avvento delle Smart Card è stato graduale
ma continuo e su più fronti. Una parte delle carte di credito da qualche
anno è stata sostituita con Smart Card. Gli abbonati alle TV a pagamento
hanno una Smart Card per attivare il decoder. Anche gli utenti dei cellulari
GSM hanno una Smart Card, solo più piccola e ritagliata dal formato standard.
La pubblica amministrazione sta prendendo diverse iniziative nelle varie regioni.

Per esempio, i cittadini lombardi hanno appena ricevuto la Carta Regionale
dei Servizi
, un tipo evoluto di Smart Card dotato delle funzioni crittografiche
necessarie per il riconoscimento dell’utente e per apporre la firma digitale
a un documento.

Che cos’è
Una Smart Card è una scheda di plastica, normalmente delle dimensioni
di una carta di credito (ma esistono due formati più piccoli), che incorpora
un microchip. Strettamente parlando, il chip dovrebbe essere un processore,
ma spesso sono state chiamate Smart Card anche schede con chip di memoria.

La Smart Card è un’evoluzione delle carte di credito, nate nel
1950 e standardizzate con il nome in rilievo, i dati su banda magnetica e un
PIN (numero personale di identificazione) di quattro cifre.

Inizialmente le Smart Card erano schede di memoria (EPROM ed EEPROM) ed erano
principalmente usate in ambito finanziario e creditizio.

Oggi le applicazioni delle Smart Card sono numerose e diversificate: pagamenti
elettronici anonimi (trasporti pubblici, taxi, fast food, negozi), carte di
credito, carte di identificazione (per esempio per enti pubblici), servizi sanitari
e sociali, transazioni commerciali e così via.

Le Smart Card sono di due tipi: con i contatti esterni e senza.
Le prime presentano otto contatti dorati sopra il processore, vicino al bordo
sinistro della scheda.

Le seconde hanno un’interfaccia radio con una portata di 5 pollici o
talvolta superiore. In qualche caso, sono presenti entrambe le interfacce. In
tutti i casi, l’alimentazione della scheda (intorno ai 5 V massimi) viene
dall’esterno, attraverso i contatti o per induzione.

Implementazione
Le Smart Card con CPU hanno subito un’evoluzione simile a quella del PC.

Inizialmente avevano un processore a otto bit e una quantità minima
di memoria: RAM per l’elaborazione, ROM per il sistema operativo ed EEPROM
per le applicazioni.

Nel tempo, sono cresciute la velocità e la potenza di calcolo e sono
stati introdotti chip a 16 e 32 bit, con architetture sia CISC sia RISC.

Oggi una piattaforma evoluta come la Philips SmartMX offre fino a 4,5 KB di
RAM, 160 KB di ROM e 72 KB di EEPROM, con clock interno fino a 30 MHz, un corredo
di coprocessori per le funzioni di cifratura e firma elettronica, varie interfacce
di I/O (seriale, USB e radio), gestione della memoria con firewall tra le applicazioni
e una serie di sensori di sicurezza anti-manomissione.

Un recente chip di Samsung include 256 KB di EEPROM, 384 KB di ROM e 8 KB di
RAM statica, i valori massimi disponibili nel 2004. Una Smart Card costa pochi
euro, ma nei suoi 0,76 mm di spessore contiene un intero computer con sistema
operativo, applicazioni e funzioni di sicurezza sconosciute alla costosa CPU
del vostro desktop.

continua…

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