Come e cosa vendere ai fotografi

Esigenze e opportunità di guadagno a fronte di una tipologia di clienti in fase di “cambiamento”

Dall’analogico al digitale: il passaggio è identico
a quello che i rivenditori hanno vissuto quando si sono accorti che le macchine
da scrivere (neppure quelle elettroniche con memoria) non erano più strategiche,
mentre i clienti erano “attratti” (ovvero interessati, ma allo stesso tempo
anche un po’ spaventati) dai computer. Nel settore della fotografia digitale
avviene la stessa identica cosa.
La catena produttiva e distributiva è già
altamente allertata. In gioco ci sono sia i protagonisti della fotografia
classica (Nikon, Kodak, tanto per citarne due, mentre Polaroid è “deceduta”
proprio perché non ha capito in tempo il passaggio della rivoluzione), ma anche
i big dell’It (Hp e Canon in testa). Intanto, anche i distributori si preparano
al merge tra i due mondi. Esprinet ha già messo in campo una divisione. Secondo
Matteo Restelli, direttore commerciale del gruppo, basta e avanza fare il
calcolo del valore delle pellicole “200 milioni di euro accresciuti dal fatto
che mediamente ogni 0,50 cent di pellicola porta con sé 1 euro di fotografia
stampata”. Insomma, il business c’è e non importa che sia da rosicchiare ad
altri operatori, i “classici” insomma. Il suggerimento è: non pensiate che
vendere a un fotografo significhi solo fornirgli la macchina digitale, una
stampante (che oggi si tende a chiamare in altri modi quali photosmart), e un
software per il ritocco. Il vero business sta nel rimodellare il proprio
organizzando in casa un “service” per la gestione su cd di foto e
quant’altro.

I fotografi sono artisti, che magari non sanno
tenere in mano matita e pennello, ma i loro scatti sono spesso “opere d’arte”.
Va da sé che vendere a un’artista è spesso complicato o, meglio, tanto più sono
estrosi, tanto più è difficile “accontentarli”.
Ne abbiamo parlato con
Roberto Mammì, fotoreporter di professione, nonché potenziale
acquirente di nuove apparecchiature digitali.
«Ho cominciato a
fotografare circa quindici anni fa, ancora agli albori di quel boom tecnologico
che avrebbe in seguito investito il comparto della fotografia nei primi anni 90.
La mia prima macchina è stata una Olympus OM2 Spot Program non autofocus, che
ancora oggi fa parte del mio corredo insieme agli ultimi due modelli di Nikon,
la F4 e la F5. Tutta l’attrezzatura che utilizzo attualmente è stata comunque
faticosamente raccolta in questi anni ed è quasi tutta analogica anche se,
considerando i vantaggi tecnologici apportati da quella digitale, ho cominciato
a nutrire un certo interesse anche per quest’ultima
».

E dal punto di vista del
software?
Prima ancora di acquistare un corpo macchina digitale
(molto probabilmente una Nikon Serie D1), da qualche mese sto cercando di
impratichirmi con il ritocco e la rielaborazione delle immagini. Un
“divertimento” per il quale utilizzo le funzioni di appositi software,
principalmente quelle contenute in Photoshop di Adobe.

Quindi sarebbe pronto ad acquistare. Ma che
cosa?
Proprio in vista di un futuro passaggio al digitale sono in
procinto di comprare uno scanner, strumento utilissimo per creare un archivio di
tutti gli scatti che ho realizzato in questi ultimi anni. E che tra l’altro, una
volta riversati direttamente su cd rom, occuperanno uno spazio assolutamente
irrisorio rispetto a un archivio tradizionale. L’unico problema che mi si
prospetta è che non ho idea di quale sia l’offerta di mercato. Non ho idea dei
prezzi e neanche delle diverse prestazioni. Quello che mi piacerebbe, come
sempre quando si compra qualcosa, sarebbe avere il miglior prodotto in un
equilibrato rapporto qualità-prezzo. Ma questo va da sé. Vorrei rivolgermi a un
rivenditore con una buona esposizione di prodotti, tipica dei grandi centri
specializzati in informatica ma anche, ormai, di centri della grande
distribuzione come Carrefour e Metro.
Ma se in questi centri la scelta di
prodotto è indubbiamente ampia, d’altra parte il rischio che si corre è di non
essere pienamente supportati, nella scelta, da personale tecnico
specializzato.

Che cosa si aspetta da un
rivenditore?
Selezione. Pura e semplice selezione del materiale in
circolazione. Naturalmente parlo come fotografo assolutamente inesperto di
tecnologie digitali. Per me, come per molti altri professionisti, si sta aprendo
un mondo nuovo di cui, presto o tardi, bisognerà far parte. La sottile sfiducia
nelle nuove tecnologie è dovuta al fatto che fino a un anno fa c’era una scarsa
qualità nelle apparecchiature digitali e non valeva la pena di effettuare la
conversione della propria attrezzatura tradizionale. Ora, invece, la fotografia
digitale comincia ad assicurare un’ottima qualità d’immagine, anche se mi sembra
che i costi non stiano proprio scendendo. Inoltre, c’è una sorta di selezione
naturale del materiale in circolazione, per cui i prodotti che “valgono”
cominciano ad affermarsi e a offrire delle certezze al professionista che deve
lavorarci e non ha tempo per prove, esperimenti e via dicendo.
Come se non
bastasse, l’universo digitale porta con sé annessi e connessi tecnologici:
software per il ritocco delle fotografie o per la visualizzazione – sotto forma
di anteprima – dei file immagine memorizzati su disco fisso, stampanti di
qualità fotografica, scanner e altro ancora. Fino a sei mesi fa avevo paura a
guardare la vetrina del rivenditore perché rischiavo di trovarvi una quarantina
di modelli differenti.
E per chi non s’intende di tecnologie, la troppa
scelta può diventare un handicap, soprattutto se non si possiedono conoscenze
informatiche. Un’idea intelligente potrebbe essere quella di allestire uno
spazio per realizzare mini-prove prodotto non standardizzate, ma anche mettere a
disposizione dei clienti le pubblicazioni della stampa specializzata, che spesso
e volentieri compie test comparativi al di sopra di ogni sospetto.

Quindi vorrebbe che…
…che i
rivenditori continuassero a dare la stessa importanza e ad avere una buona
fornitura di materiale analogico, senza tralasciare eventuali punti di contatto
con il digitale. Perché in definitiva, se gli aspetti chiamati in causa nel
passaggio tra analogico e digitale sono molteplici, una cosa è certa: i primi a
doverla affrontare saranno i rivenditori.

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