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Coltivazioni più sane con la ricognizione dei droni

I droni stanno dimostrando la loro utilità in vari ambiti e si sta man mano delineando una prevedibile divisione tra i droni “da appassionato” e quelli per utilizzi professionali. Le caratteristiche di base dei secondi possono essere anche simili a quelle dei primi, almeno dei modelli più evoluti, gli elementi distintivi sono semmai negli accessori e nei servizi collaterali per la gestione delle informazioni raccolte con le ricognizioni aeree.

Anche in agricoltura stiamo assistendo a questa evoluzione e i droni promettono di essere uno dei nuovi strumenti offerti dalla precision agriculture. Gestire le coltivazioni, ottimizzarne la produzione e combattere gli agenti nocivi sarà più semplice anche grazie ai dati raccolti dai droni. Ovviamente, dato che si tratta di un settore in rapida evoluzione, usare un drone oggi può ancora sembrare un approccio da “tecnologi”, ma in fondo c’è altrettanto contenuto tecnologico in molte macchine agricole già ampiamente diffuse.

L’ambito principale in cui stiamo vedendo crescere l’utilizzo dei droni e lo sviluppo di soluzioni specifiche è il monitoraggio delle coltivazioni. Le ispezioni aeree via drone sono un modo nuovo ma molto efficace per il controllo dei campi: costano ovviamente meno di una ricognizione con velivoli “veri”, danno una visione migliore perché volano a quote più basse, possono coprire aree anche estese in poco tempo.

Servono ovviamente i droni più adatti allo scopo. Nonostante per drone si intenda quasi sempre un velivolo con quattro rotori, per le applicazioni di precision agriculture al momento sono molto “gettonati” i droni ad ala fissa, più simili concettualmente a un aereo che non a un elicottero. Il motivo è che di solito questi droni hanno un’autonomia superiore e possono restare in volo anche una quarantina di minuti, il che permette di coprire aree vaste con un solo sorvolo.

Questo non vuol dire che i quadricotteri siano da scartare. Il loro vantaggio come velivoli ad ala rotante è che possono spostarsi con una maggiore precisione e ovviamente anche stare fermi in volo. Sfruttando sensori GPS per il posizionamento e altri sensori per il rilevamento degli ostacoli e dell’altezza dal suolo, possono anche muoversi in quasi totale autonomia dopo che l’agricoltore ha definito il percorso di massima che devono seguire.

Una visione più ampia

Indipendentemente dal modo in cui vola, ciò che conta è soprattutto come un drone “vede” le aree che sta ispezionando. Riprendere i campi nello spettro della luce visibile, ossia come li vedrebbe un osservatore umano, permette già di rilevare numerose informazioni importanti come la diffusione di infestanti e la presenza di eventuali problemi di irrigazione. Adottare il punto di vista “elevato” di un drone, in sintesi, già porta maggiore conoscenza. E confrontando le immagini riprese regolarmente nel tempo, si ha una valutazione più precisa di come variano le condizioni ambientali giorno dopo giorno.

Una quantità di informazioni ancora maggiore si ottiene dotando il drone di videocamere che riprendono anche ad altre frequenze, tipicamente nell’infrarosso. In questo modo è ad esempio possibile identificare la presenza di piante malate.

La ripresa di coltivazioni con i “falsi colori” NDVI

È a questo che servono le videocamere cosiddette NDVI (Normalised Difference Vegetation Index). Queste videocamere riprendono nelle frequenze “alte” dell’infrarosso, ossia molto vicino allo spettro della luce visibile. La quantità di radiazione infrarossa riflessa dalle piante è proporzionale alla presenza di clorofilla nelle piante stesse, che a sua volta è un indice della loro salute complessiva. Se la ricognizione via drone evidenzia la presenza di aree coltivate con poca clorofilla, quindi, il coltivatore ha un motivo ben preciso per andare a controllare di persona, a livello del terreno, la presenza di eventuali problemi.

Si tratta di un sistema che ha già avuto larga applicazione nell’imaging via satellite e che da solo non basta (l’esame al suolo è indispensabile). Di sicuro però poterlo usare quando si vuole, lanciando in volo il proprio drone, è una bella comodità rispetto alle soluzioni tradizionali.

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