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La collaboration al tempo del cognitive computing

Collaboration oggi significa condividere in maniera mirata le informazioni e trarne velocemente valore per essere più efficienti e tempestivi.

Una società basata sul cloud e sul cognitive computing come Ibm come appronta soluzioni di collaboration? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Chinnici, Digital Enterprise/Social Business Consultant IBM Italia.

«Con la piattaforma Watson Work diamo la possibilità di integrare diversi strumenti di collaboration in maniera aperta e flessibile in funzione delle esigenze. Stiamo lavorando con un ecosistema di partner anche se in questo momento le due iniziative più rilevanti sono quelle che ci coinvolgono con Box e Cisco».

Box è un servizio in cloud, come lo è anche lo storage che utilizza, permette di condividere e di sviluppare facilmente e velocemente tramite API nuovi strumenti personalizzati, si integra perfettamente con Ibm Connections e con le sue funzionalità avanzate create appositamente per dare a ogni tipo di community una gamma di servizi e capacità cognitive.

«Per quanto riguarda Cisco l’area su cui stiamo collaborando è quella delle audio/video conferenze, che oggi si possono interfacciare con opzioni aggiuntive di Ibm Connections», dice Chinnici.

Le tecnologie di Box e di Cisco sono nativamente integrate con la piattaforma Ibm e quindi sia con IBM Connections sia con Ibm Verse.

È evidente che queste soluzioni richiedono una solida infrastruttura di back end e Ibm sta investendo proprio per renderla sempre più efficiente proprio nel cloud e grazie al cloud.

In questo contesto di collaboration il cognitive computing che opportunità offre?

«Pensiamo a una compagnia assicurativa – esemplifica Chinnici – che riceve lettere di notifica, di sollecito, di lamentele e pensiamo a che prezioso supporto può dare il cognitive nell’analizzare in tempo reale volumi di documenti: riconosce il linguaggio umano, può indicare la frequenza e la priorità dei casi, delle richieste, delle lamentele, può aiutare a intraprendere velocemente le azioni necessarie».

Ma il mondo assicurativo è solo un esempio. In realtà il cognitive è adottabile in qualsiasi settore di industria e da qualsiasi organizzazione: dal marketing alle vendite, a chi si occupa dei servizi di supporto per la clientela.

I team coinvolti possono accedere ai dati contenuti nei database aziendali, analizzarli in funzione degli interessi e decidere come intervenire per far crescere il business e la soddisfazione della clientela, per recuperare clienti “dormienti” per conquistarne di nuovi.

«Il cloud di IBM offre un ricco set di API, i Watson Work Services, per sviluppare con semplicità soluzioni personalizzate. Una grande opportunità per i clienti e per i partner che vogliono essere innovativi e fare la differenza nel mercato».

E iniziare con un progetto deve essere semplice, come pure estenderlo in funzione degli obiettivi che si intende raggiungere. «A questo riguardo – chiosa Chinnici – torno a sottolineare un concetto che per Ibm è davvero un’ossessione: integrazione. L’apertura delle nostre tecnologia consente un inserimento e un’integrazione semplice e veloce in qualsiasi ambiente. E i vantaggi sono immediati». Ovviamente IBM Connections è in prima linea.

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