Cloud, obiettivo e preoccupazione delle aziende italiane

I risultati della Symantec 2011 State of Cloud Survey, condotta tra IT e network manager di 38 Paesi, mette in luce timori e perplessità che frenano l’adozione massiva di cloud e SAAS. A cominciare da quelle sulla preparazione del personale interno alle aziende.

I risultati di
un’indagine, condotta da Symantec su 5.300 responsi di IT e network manager provenienti
da 38 Paesi nel mondo, fotografa lo stato dell’arte dell’universo del cloud computing
e del software-as-a-service.

Secondo i dati
emersi, le aziende mostrano parecchie perplessità in merito alla sicurezza di
questo tipo di approccio alla gestione delle applicazioni e indicano la
“nuvola” sia come un obiettivo cui tendere sia come una preoccupazione,
considerando che circa la metà degli intervistati ritiene che il proprio staff
IT non sia ancora sufficientemente preparato in materia.

 

Il ricorso ai “professionisti”

L’87% del
campione si aspetta che il passaggio al cloud apporti migliorie sotto il
profilo della sicurezza ma è, al contempo, spaventato dal pericolo malware o
dal rischio di perdita di informazioni confidenziali.  Molte aziende non si reputano ancora pronte per il cloud,
con una minoranza degli intervistati (meno del 18%) che ha valutato il proprio
personale sufficientemente preparato in materia. Ecco che, allora, la risposta
più immediata è l’esternalizzazione, scelta privilegiata per gli “affari di
cloud” per i ¾ degli intervistati, che si appoggiano a VAR (rivenditori a
valore aggiunto) e system integrator.

 

L’esercito dei “delusi”

L’argomento è
“caldo”, visto che circa 4 aziende su 5 stanno valutando le varie opzioni
tecnologiche disponibili. Le aree applicative di elezione per questo tipo di
approccio sono la posta elettronica, la gestione della sicurezza e l’instant
messaging.

Tra quanti hanno
già sperimentato il cloud, inoltre, la delusione è il sentimento più diffuso,
visto che l’88% delle aziende coinvolte in questo tipo di progetti si aspettava
di migliorare l’agilità della propria infrastruttura IT ma solo il 47% sostiene
di aver effettivamente raggiunto l’obiettivo.

 

E in Italia?

I risultati
degli interlocutori italiani sono in linea. L’83% degli intervistati si attende
che il passaggio al cloud migliori la propria sicurezza ma per il 78%
raggiungere i livelli di sicurezza adeguati per gli ambienti cloud è anche il
maggior cruccio. Tra i rischi potenziali citati, l’insider sharing e
l’hackeraggio (il 56%), l’utilizzo scorretto del cloud (55%), i malware (51%).

Il 56% delle
aziende nostrane intervistate ritiene il proprio staff IT impreparato a gestire
un approccio “a nuvola”, mentre solo il 13% valuta il proprio personale molto
preparato. La motivazione principale? L’inesperienza, visto che solo 1 persona
su 4 nel team IT ha avuto modo di “maneggiare” la materia. Proprio per questo
motivo, anche molte aziende italiane (4 su 5) si rivolgono a specialisti
esterni come VAR, consulenti, vendor di servizi professionali e system
integrator per essere aiutati a implementare il cloud.

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