Clienti sottili, anche nel prezzo

Sun Microsystems ha appena annunciato una forte riduzione dei prezzi di listino della famiglia di "thin client" Sun Ray 1, aggiungendo a questa linea di terminali d’accesso due nuovi modelli compatti "all in one". Prevista in questi …

Sun Microsystems ha appena annunciato una forte riduzione dei prezzi
di listino della famiglia di "thin client" Sun Ray 1, aggiungendo a
questa linea di terminali d’accesso due nuovi modelli compatti "all
in one". Prevista in questi giorni anche l’uscita di un aggiornamento
software, il primo dopo il debutto del sistema operativo di questi
network computer. Definiti come "enterprise appliance", i Sun Ray
poggiano interamente sul server di rete per operare, almeno dal punto
di vista dell’utente, come veri e propri computer. Il concetto,
spiega il presidente e chief operating officer di Sun, Ed Zander,
consiste nel ricostruire il normale desktop di un sistema operativo
in una macchina spogliata di tutte le sue caratteristiche più
costose, microprocessore e dischi fissi inclusi. Con Sun Ray 1, Sun
ha introdotto il cosiddetto Hot Desk, una smart card che l’impiegato
può portare ovunque con sé per ricostruire in pochi secondi la
sessione di lavoro abbandonata sul terminale precedente. Ora
l’elettrodomestico aziendale costa, senza monitor, circa 300 dollari
contro gli originali 500. Per quanto concerne i nuovi modelli
compatti (monitor incluso), Sun Micro propone un Sun Ray 100 a 549
dollari e un modello 150 a 1.299. Nel primo caso il monitor fornito è
un 17 pollici Crt, mentre il secondo integra un più moderno Lcd da 15
pollici.
Il principale cambiamento introdotto nella nuova release 1.1
dell’ambiente software Sun Ray prevede la possibilità di operare in
ambienti multi-server. Finora, una postazione Sun Ray doveva
necessariamente far capo a un singolo server Solaris, un vincolo che
ha fortemente ridotto la flessibilità del sistema. Con questa nuova
offerta Sun Micro spera di bissare anche sulle scrivanie aziendali i
successi maturati nel mercato dei server, dopo che i primi tentativi
fatti con la piattaforma JavaStation non avevano dato i risultati
sperati.

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