Cittadini e imprese: l’Italia a due velocità

Dal rapporto del Censis emerge un’immagine di forte scollamento tra cittadini e aziende in rapporto alla tecnologia. E limiti culturali che si fanno sempre più preoccupanti

11 dicembre 2003 Fra i tanti dati presentanti nel rapporto del Censis quelli relativi alla tecnologia offrono l’impressione di un Paese che viaggia a due velocità con uno scollamento culturale fra cittadini e imprese. Se guardiamo alle cifre relative ai privati si vede come il pc sia ormai presente in poco più della metà delle famiglie italiane.
Il 32,1% si connette a Internet (e questo dato non è ancora soddisfacente) ma la percentuale di chi non si interessa alla rete è scesa al 4,1% contro l’11,7% del 2000.
Il quadro offre elementi di positività tenendo conto anche che nella fascia degli under 30 la percentuale di utilizza Internet è del 58,7%.
Differente invece la situazione delle imprese che, secondo il rapporto del Centro studi investimenti sociali, dalla tecnologia vogliono risultati immediati senza che questo crei sconvolgimenti nell’organizzazione del lavoro. In più anche all’interno dei distretti produttivi esiste una mancanza di strategie e di visione di scenario. ?L’atteggiamento predominante nella maggioranza delle aziende prosegue il rapporto – è infatti improntato alla diffidenza reciproca e alla strenua difesa della propria autonomia.
Stando a quanto indicato dai referenti distrettuali, il principale ostacolo alla diffusione delle nuove tecnologie è da imputarsi alla difficoltà di condividere informazioni critiche e all’impulso a conservare autonomia di gestione
. Il problema, insiste il Censis, non è dato tanto dai costi di investimento e da quelli per la formazione ma da limiti di natura culturale che stanno sviluppando sfaldamenti nelle reti di produzione locale.
Mentre gli italiani vanno verso le nuove tecnologie le Pmi dimostrano così di non avere ancora compreso i vantaggi del mondo hi tech. Non è solo un problema di soldi, la situazione, stando a quanto emerge dal rapporto, è anche peggio di quel che potevamo immaginare.

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