Cinquanta ma non li dimostra. Il nastro rivive anche nell’enterprise

Imation lavora sulla tecnologia di memorizzazione su tape già dalla seconda metà del secolo scorso, proponendo un’ampia gamma di supporti adatti alle diverse esigenze aziendali. E chi dava per spacciato lo storage nearline si deve ricredere.

 


La tecnologia a nastro ha attraversato il fatidico traguardo dei cinquant’anni. Risale, infatti, al lontano 1951 il primo prototipo di laboratorio e all’anno successivo il lancio del primo sistema di registrazione e lettura siglato 726 e prodotto da Ibm. Si trattava di un dispositivo basato su bobine da 12 pollici, aventi capacità di memorizzazione di 1,4 Mb e lunghe 720 metri. Già da allora (anzi, in realtà a partire dal 1947) nella produzione del nastro magnetico per la memorizzazione era presente 3M. Nel 1996 da questa società si ebbe lo spinoff che diede vita a Imation che, attualmente, con quasi 3mila dipendenti e una presenza in oltre 60 Paesi, rappresenta uno dei principali produttori di sistemi rimovibili di memorizzazione dei dati.

Le pietre miliari


Imation (dapprima come 3M) è rimasta, nel corso degli anni, un riferimento nello sviluppo e produzione dei supporti su nastro, sfruttando le competenze tecnologiche, le risorse di ricerca e sviluppo e una serie di solide partnership di co-sviluppo con i principali produttori di tecnologia a nastro quali Ibm, StorageTek, Seagate, Sun, Tandberg Data e Hp. Dal 1952 la società statunitense ha sempre seguito l’evoluzione delle soluzioni di memorizzazione a nastro, che non ha conosciuto sosta, proseguendo su diversi fronti. Innanzitutto, l’aumento di capacità di memorizzazione, alimentata dall’incremento della densità di tracce memorizzate sulla superficie del nastro; nel corso degli anni si


è passati dalle 9 tracce presenti sul primo sistema a bobina del 1952 separate tra loro di 1,1mm, alle 448 di un nastro Super Dlt attuale, separate da 0,024 mm. Altre tappe importanti hanno riguardato le tecnologie di scrittura e lettura, l’arrivo delle servo tracce di controllo e del sistema ottico di guida del nastro, del sistema di trascinamento e registrazione lineare a serpentina (rispetto a quello a scansione elicoidale), che ha caratterizzato le soluzioni a nastro più recenti quali Lto (Linear tape open) e Dlt (Digital linear tape). Un altro aspetto fondamentale dell’evoluzione è stato quello di incrementare il livello di affidabilità delle soluzioni basate su nastro magnetico. È del 1964 l’introduzione del primo sistema di correzione automatica di errore (Crc), mentre un altro accorgimento, dovuto a un brevetto Imation, riguarda la presenza di un rivestimento (back coating) sul nastro, con il compito di ridurre l’attrito, diminuire l’usura e ridurre l’accumulo di carica statica. Nel 1984 si verifica un’altra tappa fondamentale, con la comparsa sul mercato della prima cartuccia di forma quadrata, che segna il progressivo declino della tecnologia a bobina. Da allora l’approccio basato su cartucce non è stato più abbandonato, pur nel proliferare degli standard, mentre è a partire dal 1997 che comincia a comparire il concetto di libreria di nastri e dei primi sistemi di automazione, che costituiscono una delle principali sfide future per l’incremento delle prestazioni. Tra le tecnologie più recenti va citata Lto, che prevede un roadmap indirizzato ad arrivare alla capacità massima nativa di 800 Gb su singolo nastro (con un trasferimento di 120 Mb al secondo) e di cui, recentemente, è arrivata la seconda versione (Lto2) caratterizzata da capacità massima di 200 Gb. Grande rivale della tecnologia Lto (in termini di capacità massima) è la più recente incarnazione della tecnologia Dlt, denominata Super Dlt, attualmente in grado di arrivare fino a 160 Gb nativi su singola cartuccia. La gamma di soluzioni a nastro proposte da Imation prevede tutti i principali standard, sia per le esigenze di memorizzazione personale, per quelle di reti entry level e midrange fino alle applicazioni enterprise. Tra i prodotti rilasciati più recentemente dalla società vi è la cartuccia Black Watch Ultrium 2, basata su tecnologia Lto2, in grado di supportare fino a 200 Gb nativi e con un transfer rate di 40 Mb/sec.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome