Cimatti: la media azienda va se usa l’Erp come motore

Con il Direttore vendite delle Oracle Applications analizziamo la portata delle soluzioni Jd Edwards. Fanno capire dove si è, dove si va e come si deve andare. Velocemente.

Con Mauro Cimatti, Direttore vendite medie aziende
Oracle Applications di Oracle Italia, facciamo il punto su come si articola la proposta Jd Edwards. Una soluzione per definizione orientata alle medie imprese.

Ma cosa sono le medie imprese per Oracle?
«Quelle sotto i 500 milioni di dollari», specifica Cimatti. Una classificazione valida erga omnes, stabilita dalla corporation.
Ma per il fisco italiano, è notizia recente, sopra i 150 milioni di euro all’anno le imprese sono già grandi, gli facciamo osservare.

«Chiaro, difficile dire che un’azienda che in Italia fattura 300 milioni di euro non sia medio-grande, ma etichette a parte, quello che conta è il settore di industria in cui un’impresa opera, come si percepisce, che ruolo si dà sul mercato, in quanto tempo è cresciuta».

A prescindere, dunque, parliamo di medie aziende, che sono quelle per cui, nel mondo, Oracle ha investito molte risorse: «2 miliardi di dollari dall’acquisizione – fa notare Cimatti – per creare nuove funzioni e applicazioni, dalla moda al winery (con nomi come Antinori, Cantine Ronco e Banfi – ndr), dal food al construction. In totale, ha sfornato sette nuovi moduli verticali».

Le verticalizzazioni, poi, racconta Cimatti, sono entrate nel software standard: ai partner spetta la parametrizzazione del verticale. E poi tanta tecnologia: dentro Jde c’è quella standard di Oracle. Jde aderisce al programma Application Unlimited, ossia supporto, manutenzione e sviluppo senza limiti di tempo.

Il retaggio Jd Edwards è fatto da una solida base installata. Che rapporto c’è, allora, fra utenza legacy e nuova utenza?

«Abbiamo fatto centinaia di clienti negli ultimi anni – dice Cimatti -. Quelli già esistenti sono stati tranquillizzati con la procrastinazione delle vecchie release. Nel 2008 il 50% dei clienti era ancora sulla vecchia release. Ora sono solo il 10% e passeranno entro il 2012 alla nuova, ossia ben prima che decada il supporto per la vecchia versione».

Cosa spinge a cambiare?
Le nuove funzionalità. Un esempio per tutti : «l’utilizzo della doppia unità di misura per singolo pezzo nel caso del food, specie quando ci sono prodotti soggetti a calo di peso. Rovagnati e Amadori possono testimoniare la comodità di utilizzo della feature».

E poi l’integrazione con i mondi esterni e all’interno del mondo Oracle, con soluzioni di Plm, Crm (Siebel) e con tanta Business intelligence embedded.

In totale, dall’acquisizione ci sono state 12 release, fra nuove applicazioni (verticalizzazioni) e aggiornamenti tecnologici (Bi e portale).

Ma se si tratta di comprarsi un Erp, chi lo fa oggi? Chi investe adesso?

«Chi ha una vecchia tecnologia – spiega Cimatti – o cambia business, per stare in linea con il mercato, o va all’estero, o c’è già ed è aperto al multibusiness».

Anche su cloud?

«Prima o poi avremo tutte le versioni di qualsiasi prodotto in modalità tradizionale, cloud e ibrida. Per Jde stiamo seguendo la via cloud con alcuni partner, per gli utenti più piccoli. I partner gestiscono l’infrastruttura e l’applicazione, dando al cliente un accesso Web».

Ma si fa cloud?

«Il cloud è molto pubblicizzato, ma ancora gli utenti alla fine si orientano su forme tradizionali. I conti vanno fatti a tre anni, anche per capire la bontà dell’orientamento. Conta molto anche il Tco di una soluzione. E quello di Jde è basso».

Quanti utenti Jd Edwards ci sono in Italia?

«400, prevalentemente sui settori industrial e manufacturing, poi food e beverage, engineering, construction e servizi. No Pa e sanità, indirizzate con altre soluzioni Oracle. Quelli classificabili come medie aziende, secondo la classificazione corporate, sono 300».

L’Erp ha futuro?

«Certo, la media azienda italiana ha bisogno di usarlo nel migliore dei modi adesso più che mai.
Conosco bene la realtà inglese. Là il cloud si usa molto più che in Italia. Da noi alcuni freni stanno scemando, come la paura della conservazione del dato, ma ne rimangono altri, come le resistenze dei Cio. Ma su tutto, quello che conta è che in una media azienda da 70 milioni, in Uk si investe in Ict il quadruplo che in Italia.
L’Erp è uno strumento che consente di gestire le comunicazioni, centrali nell’economia odierna, nel modo migliore possibile: fa controllare i costi, pianificare, produrre meglio, parlare a clienti e fornitori. L’Erp con dentro la Bi ci fa capire cosa accade e ci fa essere veloci
».

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