Centro Computer, una nuova giovinezza nel segno del cloud

Compie 30 anni il corporate dealer. Parla il vice presidente Roberto Vicenzi e racconta delle nuove linee strategiche. E delle opportunità in Windows Server 2003.

La nostalgia non è certo il tratto distintivo di Roberto Vicenzi, Vice Presidente di Centro Computer. Sì, è vero, il corporate dealer ha compiuto 30 anni e se pensa al passato ricorda quando ”a metà degli Anni Novanta guardavamo forse con un po’ di invidia ai nostri competitor della piazza milanese”, quelli che oggi non ci sono più. Ricorda soprattutto la crescita frenetica in termini di organico: ”Negli Anni Ottanta e Novanta era un continuo assumete gente. Nel 2001 eravamo arrivati a essere 201. Oggi siamo circa 140 persone”.
Un ridimensionamento che è andato di pari passo con la rifocalizzazione del business, ”ad esempio con l’abbandono delle attività legate al gestionale all’inizio degli Anni Duemila”.

Del suo oggi, Vicenzi parla come di una seconda giovinezza” e la chiave di volta sta tutta nella recente creazione, all’interno dell’organizzazione aziendale, di team specializzati nelle aree
cloud, digital signage, networking e sicurezza, unified communication e virtualizzazione e backup, che portano soluzioni ai clienti.

”Soprattutto – spiega Vicenzi – portano ai clienti messaggi nuovi, che non è semplice trasferire. Parlare di cloud o di Unified Communications è semplice a livello teorico. Quel che non è semplice è darvi concretezza”.

Oggi Centro Computer, che lo scorso anno ha chiuso con un fatturato di 32 milioni di euro e una base clienti fatta da 2.500 realtà aziendali, è una azienda che si considera digitale al 100% e che per prima implementa le tecnologie che poi propone ai suoi clienti.
”Ma non è semplice. Oggi ancora il nostro fatturato è ancorato al business tradizionale, al quale si stanno gradualmente aggiungendo componenti nuove, legate ad esempio al cloud. A tendere, il cloud andrà a compensare la parte persa nella vendita tradizionale. Per il momento, però, non è semplice nemmeno spiegare alle aziende che possono comprare non più in conto capitale ma in conto operativo”.

Nel cloud Centro Computer ci crede e , soprattutto, investe.
Da un lato fa parte di Assocloud, il cui legame è storicamente con tutto il mondo VmWare; dall’altro c’è il commitment verso il mondo Microsoft e verso la piattaforma Azure.
”E’ un ambito che cresce molto, grazie soprattutto a Office 365 che genera vendite costanti. In ogni caso, i nostri clienti comunque Azure lo provano”, prosegue, citando il caso di una multinazionale che trovandosi nella necessità di rendere disponibile un software per i suoi clienti per tre mesi, ha preferito un deployment Azure alla complicata burocrazia interna: ”Sarebbe stato impossibile ottenre nei tempi giusti tutte le autorizzazioni e le attivazioni necessarie. Con Azure il progetto è stato attivato dalla mattina alla sera”.

Nel digital signage, invece, l’impegno di Centro Computer è soprattutto nella vendita dell’hardware, mentre i servizi sono in capo alle agenzie di marketing. ”Si tratta comunque di vendite importanti, dal momento che si tratta dell’installazione di videowall di grandi dimensioni, come quelli installati da un nostro cliente nell’aeroporto di Milano Malpensa”.

Tirando un po’ le somme sul 2014 ormai agli sgoccioli, Vicenzi esprime molta soddisfazione per l’andamento del mercato di sostituzione da Windows Xp: ”Abbiamo raddoppiato le vendite di pc”, dichiara.
E per il 2015?
Un driver all’orizzonte c’è.
Se con la fine del supporto per Windows Server 2003 andasse come è andata con Xp sarebbe davvero positivo. Tra i nostri clienti ve ne sono alcuni che hanno ancora tutta l’infrastruttura su Windows Server 2003, nelle realtà più grandi comunque parliamo di una presenza ancora del 20/30 per cento sul totale installato”.
Non si tratta però solo di un cliclo di sostituzione.
Secondo Vicenzi sarà importate capire cosa vorrà fare il cliente: se aggiornare in toto la sua infrastruttura hardware e software o se pensare a una più consistente adozione del cloud.
”Potrebbe derivarne un boost importante verso l’innovazione”.

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