Centralizzare e razionalizzare. Le mosse di Gse

Rivisitare le architetture di sistema è un passo necessario per un’azienda che cambia la propria fisionomia in seguito a un processo di spin off

Fusioni, acquisizioni e spin off cambiano la fisionomia delle aziende, imponendo una ridefinizione del business. È stato questo il caso anche di Gse (Gestore dei Servizi Elettrici, ex Grtn). A Vincenzo Capotorto, responsabile Unità Assistenza di Gse, fanno capo tutte le attività di esercizio che riguardano la gestione della rete, delle applicazioni, dei sistemi e dell’assistenza del parco Ict. È lui a raccontarci le dinamiche sottese a un’evoluzione che ha portato a un cambiamento radicale del core business aziendale: «Tra il 2000 e il 2001 abbiamo avuto un primo distacco da Enel. A seguito dello spin off abbiamo dovuto creare ex novo tutta l’infrastruttura dei servizi informatici. In Enel si lavorava su mainframe, ma abbiamo fatto una valutazione di mercato spostando la filosofia verso il client server. A condizionare la scelta sono state le nostre piattaforme di riferimento, Microsoft e le Oracle Application, ma anche il fattore economico visto che i serventi, oltre a essere più convenienti, offrivano una flessibilità maggiore». I nuovi modelli di gestione hanno politiche di sviluppo precise: centralizzazione e razionalizzazione per potenziare i livelli di monitoraggio e di controllo al fine di rendere più efficienti i sistemi e più tempestivi gli interventi, salvaguardando i bud-
get di spesa, con un grado di interazione e di intervento maggiori.


Nell’ottobre del 2005 un’ulteriore svolta: l’Autorità per l’energia elettrica e per il gas assegna a Gse il ruolo di player di riferimento per l’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare.


«La maggior parte dei nostri colleghi, circa 600 – racconta Capotorto -, è confluita nella società Terna (a cui Grtn aveva trasferito il ramo d’azienda relativo al dispacciamento, alla trasmissione e allo sviluppo della rete elettrica, ndr). Questo ha significato un esodo di sistemisti, che hanno continuato a gestire i nostri sistemi applicativi come outsourcer. Recentemente, però, la gestione dei nostri servizi informatici è cambiata, andando verso un parziale outsourcing.
Ci siamo dotati di un minimo di risorse interne per la gestione dei processi di business e abbiamo indetto una gara a livello europeo per avvalerci di un fornitore di supporto per le applicazioni non core
».


I requisiti del bando si concentrano su tre macroaree: un progetto di porting delle applicazioni e dei database sui sistemi di Terna, i servizi di base per garantire l’esercizio dei sistemi, i servizi di networking per la gestione dei sistemi di rete nonché per la security. «Vogliamo migrare le applicazioni – sottolinea il manager – cercando di ottimizzarle e consolidarle su una piattaforma stabile, soprattutto per la parte dei database. L’intenzione è di creare dei motori centralizzati, su macchine solide e partizionabili per utilizzare al meglio le risorse e avere vantaggi dal punto di vista gestionale ed economico, con riguardo alle licenze di Oracle collegate ai processori, poiché più macchine si hanno in giro e più i costi lievitano. Abbiamo datawarehouse differenziati sulle diverse aree di business e ci stiamo dotando di sistemi avanzati di Network system management. Lo step successivo prevede l’utilizzo della Bi».


L’assistenza tecnica agli utenti è esternalizzata, mentre il personale interno è suddiviso in piccoli gruppi di lavoro e convertito sui nuovi processi: sistemi, applicazioni, database e networking. «Avvalendoci di una consulenza di tipo “time e material” – commenta Capotorto -, nell’arco di sei mesi siamo riusciti a realizzare un modello che a oggi sta funzionando. Il problema rimane quello delle competenze specialistiche, soprattutto per la parte relativa alla sicurezza della rete e alla conoscenza della piattaforma Oracle Database. Per questo stiamo procedendo ad acquisire due nuove risorse, attraverso selezioni effettuate da una commissione interna».


A proposito di sicurezza, a seguito di un tentativo d’intrusione, il management ha reagito su più fronti: patch di sistema, dotazione di piattaforme di intrusion prevention e detection, nuove politiche di networking. «Il mercato offre una pluralità di soluzioni – dice il manager -: abbiamo fatto un’analisi e coinvolto vari fornitori al fine di predisporre quelle a noi più congeniali, utilizzando la formula del try&buy. Inoltre, abbiamo creato una segmentazione della nostra rete interna, attivando dei firewall; essendo ancora in parte sulla rete di Terna, dobbiamo adattarci a un regime di condivisione. Il portale, invece, di nostra proprietà, è stato dotato di tutti i criteri necessari. La sicurezza costa e una soluzione intermedia è il compromesso: essendo più piccoli, infatti, abbiamo budget più contenuti».


Una componente strategica dell’operatività aziendale di Gse si gioca sulla capacità di relazionarsi con i fornitori. «Sui bandi abbiamo un’esperienza consolidata – conclude Capotorto -. Siamo facilitati perché la concorrenza è elevata e non è difficile far accettare i nostri requisiti tecnici a buo-
ni prezzi. Per costruire un’intesa è comunque necessario capirsi: i vendor, infatti, bisogna saperli trattare. Personalmente prima cerco di individuare il miglior prezzo di mercato e di puntare su quello perché su una fornitura, che sia hardware o software, c’è molto da limare rispetto ai prezzi di listino
».

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