Cedacri, un piano triennale di sviluppo

Più aree di ricavo, minori costi e alte performance, obiettivi dell’outsourcer italiano.

Cifre alla mano, oggi in Italia Cedacri è il più grosso outsourcer del settore bancario. Infatti, Cedacri Spa, nel 2008 ha fatturato 184 milioni di euro, contro i 164 di un anno prima. La società di Collecchio (Parma) fa parte di un Gruppo, che ha realizzato 256 milioni, costituito da 7 società, specializzate per settore d’offerta, con oltre 1.000 dipendenti (distribuiti in 5 sedi, di cui una in Moldavia, a Chisinau dove viene sviluppato il software) e 25 banche socie, che oggi conta oltre 150 clienti, 70 dei quali in full outsourcing (applicativo e di infrastruttura tecnologica).

«Siamo la realtà più importante non solo come fatturato ma anche come sportelli gestiti e come tipologia di clienti – ha esordito Fabio De Ferrari, nuovo direttore generale dal novembre 2008 -. Per noi la crisi è una grande opportunità e, volendo reagire al difficile contesto economico, abbiamo studiato con attenzione la situazione e abbiamo identificato un mercato per noi attraente, quello delle banche medie e delle società-prodotto parabancarie che hanno una capacità di spesa It di 1,2 miliardi, che non hanno ancora fatto la scelta dell’outsourcing».

Secondo De Ferrari, questo momento di discontinuità dovuto alla crisi internazionale, che si ripercuote sull’economia reale e abbassa i margini, costringe le banche a ripensare il modello operativo, per cui un outsourser come Cedacri è pronto a cogliere le opportunità che si presentano, perché ritiene di poter offrire un valido contributo.

«Tuttavia essere i più bravi o i più grossi nel mercato delle banche territoriali non è sufficiente – ha sottolineato il manager – perché dobbiamo essere in grado di offrire ai clienti oltre all’efficienza, che è data per scontata da parte nostra, anche flessibilità e innovazione, per invogliarli ad affidarsi a un outsourcer senza il timore di perdere il controllo delle propria struttura».

Peraltro, anche gli analisti prevedono che nel 2009 il mercato dei servizi di Business process outsourcing possa registrare una crescita del 7%, perché la ritengono una leva che può essere utilizzata più di prima, sia nel settore informatico che nei processi, per abbattere i costi.

Analizzando la concorrenza, Cedacri è consapevole che la pressione competitiva è in aumento, soprattutto a causa dell’entrata nel mondo bancario di grandi operatori internazionali con capacità d’investimento molto significative.

Infatti, la rivoluzione del mercato dell’outsourcing nel settore, vede avanzare nuovi attori come i solution provider, i technology vendor, i system integrator e full outsourcer bancari, quest’ultimi competitor diretti di Cedacri, che però, secondo De Ferrari, hanno dimensioni minori e una limitata capacità di investimento.

Inquadrato meglio il contesto, quindi, per l’anno in corso Cedacri ha attivato un piano di sviluppo che riguarda il triennio 2009-2011, le cui strategie ruotano attorno a tre linee guida.

La prima riguarda l’impegno di aumentare i ricavi, facendo leva, come già accennato, sul segmento delle banche medie, con un’offerta fatta di: outsourcing tecnologico selettivo e verticale; facility e desktop management (gestione completa di tutte le componenti dell’infrastruttura e dei servizi collegati); Bpo attraverso la gestione esternalizzata dei processi di business (sia di front office che di back office) e dell’intero processo di gestione documentale; consulenza, che comprende servizi di ridisegno dei processi operativi nell’ottica di un aumento dell’efficienza, della qualità del servizio o della compliance normativa e servizi di formazione.

Una seconda leva è quella della riduzione dei costi interni, offrendo soluzioni verticali che automatizzano i processi nel mondo della finanza, sul fronte sportelli e su quello della contabilità e del ciclo passivo. In particolare Cedacri è riuscita a parametrizzare Sap per le banche. Attualmente sono in fase di studio investimenti su potenziali settori come carte e sistemi di pagamento, credito al consumo, sicurezza e allarmi, leasing e insurance.

Infine, la terza linea guida riguarda il miglioramento delle performance di Cedacri: con l’ottica di far risparmiare anche i propri clienti, questo processo viene attuato su vari fronti, che vanno dalla razionalizzazione delle risorse esterne, all’efficientamento dei processi interni e dei costi di sviluppo esterni su commessa, dal consolidamento degli ambienti tecnologici e razionalizzazione del numero di fornitori, al processo di razionalizzazione complessivo delle principali voci di spesa sulle sedi. Tutto questo, secondo le previsioni di De Ferrari, dovrebbe portare nel 2009 risparmi per 11 milioni di euro.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome