Ced a rischio di fermo

Le grandi aziende hanno iniziato già alcuni mesi a porsi il problema. Il nuovo incubo dei Cio e dei responsabili di centri dati è rappresentato dai consumi elettrici. Complice anche una congiuntura economica non proprio favorevole, che ha fatto lettera …

Le grandi aziende hanno iniziato già alcuni mesi a porsi il problema. Il nuovo incubo dei Cio e dei responsabili di centri dati è rappresentato dai consumi elettrici. Complice anche una congiuntura economica non proprio favorevole, che ha fatto letteralmente impennare il costo delle forniture energetiche anche per l’utenza industriale. Ma complici anche gli errori degli It manager del passato, che hanno acquistato hardware su hardware, stipandolo e sottoutilizzandolo per gran parte delle sue potenzialità. Non si può, quindi, parlare di sistemi “a lama” senza parlare di consolidamento. «Con i nuovi servizi implementati in azienda, tutti i rinnovi di hardware e applicazioni, i consumi relativi all’alimentazione e al raffreddamento dei sistemi sono schizzati alle stelle – esordisce James Staten, principal analyst di Forrester Research -. Anche se le Cpu multicore e i server blade sono di aiuto nel cercare di contenere gli sprechi, un rack di server consuma, oggi, molto più di quanto facesse due anni fa e il raffreddamento pesa per il 30% circa». La Environmental Protection Agency americana ha realizzato di recente un report sull’efficenza energetica all’interno dei data center e ha scoperto che l’utilizzo di corrente elettrica è raddoppiato nel corso di 7 anni (dal 2000 al 2006) e che è destinata a raddoppiare ulteriormente da qui al 2011. Ecco che anche The Green Grid, il consorzio che riunisce gli operatori It che intendono assumere un ruolo attivo nel contenimento degli sprechi e delle inefficienze negli ambienti computazionali, fa la sua parte. Ha, infatti, elaborato due metriche adatte a misurare i consumi energetici del Ced (si veda il box). Secondo Gartner, il 50% degli attuali data center non avrà sufficiente potenza di raffreddamento e alimentazione per supportare, nel corso dei 365 giorni dell’anno, la propria attività. Questo significa che la metà dei Ced è a rischio di fermo. Lo stesso analista ipotizza, inoltre, che nel 2010 la spesa per le tecnologie di alimentazione e raffreddamento supererà quella per i server. E se è vero che i costi energetici pesano, oggi, per meno del 10% sul budget It, secondo Gartner, già nel corso dei prossimi cinque anni, la loro incidenza arriverà a sfiorare il 50%. «Ecco perché – prosegue l’analista – le aziende dovrebbero, laddove possibile, cercare di incrementare la potenza disponibile per ciascun rack da una media di 40 a 100 Kw, per cercare di anticipare le necessità future». Anche se i server blade non possono considerarsi virtualizzazione nel puro senso tecnico del termine, le macchine supersottili possiedono alcune funzionalità addizionali di gestione che non sono presenti negli ambienti server di tipo tradizionale, oltre a integrare generalmente funzionalità di condivisione dell’I/O. In pratica possono, quindi, essere considerate una sorta di approccio virtuale alla costruzione dell’hardware che non è poi così dissimile dall’astrazione delle risorse. Le migliorie apportate in anni recenti sul fronte del contenimento della dissipazione e della miglior gestione, permettono di ridurre fino al 30% il consumo energetico di questi modelli rispetto alle macchine tradizionali in rack con identiche Cpu e configurazioni di memoria. Secondo Idc, moltiplicando 10 volte la densità di un data center, si possono ridurre i costi energetici associati di un terzo e, in alcuni casi, arrivare fino al 40% di risparmio. Lo stesso analista sostiene che le risorse storage crescono in media del 50% anno su anno. Queste rappresentano le soluzioni a maggior consumo energetico all’interno del Ced, in quanto utilizzano fino a 13 volte l’energia assorbita dai processori, pur operando al massimo al 25% delle proprie capacità. Attraverso la virtualizzazione, è possibile arrivare a sfruttare anche il 30-40% in più dello spazio su disco. Spazio che è in progressiva diminuzione «e si tratta di un problema di non poco conto – conclude Staten – visto che il supporto a nuovi rack implica la predisposizione di nuovo spazio cablato, che costa caro, e impone al responsabile del Ced di tenere in considerazione le questioni relative alla potenza elettrica della facility e, cosa non meno importante, anche quelle relative al condizionamento e al raffreddamento di questi macro ambienti».

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