C’è un ruolo per i partner nella strategia Ultrabook di Intel

In corso Intel Platinum Summi 2012. Il punto sul programma, il ruolo dei partner nella nuova “era” del computing.

Londra – Giunge alla quattordicesima edizione l’appuntamento che Intel dedica ai suoi partner di canale. E per questa edizione 2012 cambia nome.
IPS, Intel Platinum Summit, così si chiama ora, rispecchia il cambiamento annunciato un anno fa nel programma di canale della società e traccia le nuove linee guida non semplicemente per i mesi a venire, ma, come più volte ripetuto davanti alla platea di 400 delegati convenuti da tutta l’area Emea, “per il prossimo decennio”.

Non è un anno di cambiamenti radicali nel programma, del resto i dodici mesi appena trascorsi sono serviti a metterlo a punto.
Piuttosto è questo il momento di tirare le prime somme e individuare gli asset chiave per gli sviluppi futuri.
Steve Dallman, general manager della Worldwide Reseller Channel Organisation di Intel, si dichiara soddisfatto, soprattutto delle performance registrate nell’area Emea.
“In questa regione – dichiara – si è registrata una crescita del 54 per cento nelle azioni di engagement sul canale. Questo significa conoscerlo di più e meglio. Sono stati rilasciati 1,4 milioni di crediti formativi e, cosa fondamentale in un anno difficile dal punto di vista economico, i membri del programma Intel Technology Provider, hanno registrato una crescita del loro business superiore del 10 per cento rispetto a quelli che non ne fanno parte”
Dallman snocciola numeri, sottolineando come l’accelerazione vada di pari passo con la crescita dell’offerta tecnologica di Intel.
Parla di 1,9 milioni di Sku consegnati, di una crescita del 69 per cento del fatturato del canale sul fronte degli Ssd, di un incremento del 30 per cento, sempre lato canale, nelle vendite di Cpu per server, di un 36 per cento sul fronte dei processori Atom.
“La crescita è stata guidata dall’innovazione nel canale – prosegue –. Se pensiamo al programma Champ, Channel Authorized Manufacturer Program, lo scorso anno sono state vendute 10,6 milioni di unità. Complessivamente, il canale lo scorso anno il nostro canale è cresciuto del 18 per cento a livello mondiale. E ora si comincia a lavorare sugli Ultrabook”.

Già, gli Ultrabook sono uno degli asset sui quali Intel vede forte l’impegno dei suoi partner.
Tanto che se è vero che che i cambiamenti più significativi nel programma sono indirizzati al miglioramento del supporto, alla facilitazione dell’accesso ai programmi di marketing e alla semplificazione delle relazioni con la società, sia dal punto di vista dei tool di formazione e informazione, sia dal punto di vista dei voucher, oggi erogabili direttamente dai distributori autorizzati, è altrettanto vero che un punto chiave degli sviluppi futuri è rappresentato dai nuovi form factor.

Champ si allarga fino ad abbracciare anche l’embedded e tutti i programmi scalano per integrare anche gli All In One, i tablet, gli Ultrabook.

“Se la domanda è: dove possiamo crescere – sostiene ancora Dallman –, la risposta è nell’innovazione. L’innovazione porta business per miliardi di dollari. E il canale è fondamentale in tutte le fasi di transizione. Oggi stiamo spingendo la transizione verso la terza generazione di processori core, che dunque può e deve essere guidata dai partner.
Ivy Bridge oggi pesa per il 30 per cento negli ultrabook, arriverà al 70 per cento nel terzo quarter”

Nella visione di Intel gli Ultrabook rappresentano una opportunità da 600.000 unità per il canale.
E accanto agli Ultrabook, Intel vede oggi gli All In One.
Lungi dal considerare il desktop superato, oggi Intel lo rivisita in una nuova veste, dalla quale potrebbe generare una crescita superiore al 30 per cento, tutta a vantaggio del canale, in grado di giocare la carta della differenziazione, della personalizzazione e del servizio verso i propri clienti.

In fondo, il differenziale introdotto lo scorso anno con il nuovo programma di canale, sta tutto qui. Nell’essere andati oltre la mera attività di integrazione, ma aver capito che la nuova era del computing chiede all’integratore competenze diverse, che riguardano abbracciano le interfacce, il software, l’intera user experience.
“Per gli integratori locali, il passaggio a questa nuova era mobile ha rappresentato una rottura del vecchio modello della supply chain. Se prima si lavorava per componenti, oggi si lavora per building block, tutti per altro prodotti nel Far East. Il programma Champ diventa a questo punto essenziale perché consente di ricreare una relazione tra le comunità dei produttori di building block nel Far East e quelle degli integratori locali. Il nuovo ruolo, come Intel, è favorire la creazione di quella “intimacy” che è andata perduta”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome